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Nymphomaniac – Volume 1: la recensione del film di Lars Von Trier

Pubblicato il 02 aprile 2014 di Andrea D'Addio

Ha scoperto di avere una particolare sensibilità alla vagina quando aveva due anni. O almeno è questo ciò che dice di sé stessa Joe (Charlotte Gainsbourg) quando si trova a raccontare la propria vita ad un passante che l’ha raccolta sanguinante dalla strada dopo un’aggressione. Il flashback parte quindi da lontano, dall’infanzia e da quei primi strusci sull’umido pavimento. La storia è quella di una ninfomane, una ragazza che, anni dopo, riuscirà anche a raggiungere ben dieci orgasmi al giorno con altrettanto partner diversi. Dietro quella continua ricerca di accoppiamenti c’è senza dubbio il desiderio di un appagamento sessuale, ma forse anche qualcos’altro….

La paziente e l’analista: seduta sul bordo del letto Joe ogni tanto blocca il flusso delle sue memorie per analizzarle e dare modo al suo interlocutore, l’anziano Seligman, di interpretare quanto ascoltato facendo parallelismi con la pesca, la filosofia e la musica classica. Di scene esplicite ce ne sono molte (almeno nella versione passata alla Berlinale), difficile dire però quante siano vere, quante girate da attori porno (e non dal cast ufficiale) e quante ricostruite attraverso credibili protesi.

Il sesso non manca, manca l’erotismo, ma è sicuramente una scelta voluta da Lars Von Trier che visivamente ritrae il tutto con il suo solito, disincantato sguardo da detective dell’anima umana. Il film è più divertente che drammatico e sicuramente bisognerà aspettare il secondo capitolo per rendersi conto dove si voglia andare a parare, ma questa prima metà appare oltremodo schematica nella costruzione. I confronti Joe – Seligman appaiono molto didascalici mentre il personaggio di Joe sembra piuttosto statico, evolve poco o nulla nel corso delle due ore e passa di pellicola di cui una ventina in bianco e nero (la malattia del padre, anche questa una sequenza fin troppo lunga). Se Shame di Steve McQueen riusciva a raccontare la perversione sessuale di un uomo sui generis riuscendo comunque ad intercettare alcune pulsioni della personma comune, Von Trier manca completamente l’aspetto “tensione”, non dà modo di entrare, neanche per un secondo, nelle sensazioni, nei desideri e nei rimorsi della sua protagonista che rimane sempre un personaggio lontano, indecifrabile e al contempo scarsamente interessante e così, alla fine, la parte migliore non è legata al sesso, ma è quel grottesco siparietto grottesco di crisi familiare con una bravissima Uma Thurman.

Tra i tanti nomi più o meno conosciuti del cast (Charlotte GainsbourgStellan SkarsgårdShia LaBeoufChristian Slater, ecc), la vera star del film è la debuttante Stacy Martin (Joe da giovane): sinuosa, conturbante, falsamente naive, è la vera femme fatale. Von Trier ha lanciato una stella.

Nymphomaniac – Volume 1 esce nei cinema italiani giovedì 3 aprile; la seconda parte arriverà il 24 aprile.

[La recensione era stata scritta in occasione della presentazione del film, nella versione estesa e senza censure, al Festival di Berlino]