Anche Sinking, sesto episodio di Believe, evade dalla ripetitività dei primi tre episodi, eppure non riesce a convincere a causa di una percepibile trascuratezza di fondo…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Tate (Jake McLaughlin), libero dal segnalatore grazie a Bo (Johnny Sequoyah), torna nella sua cittadina natale, Hudson, per rivedere suo padre e fare i conti con l’uomo che avrebbe causato la sua incarcerazione: in un flashback vediamo infatti Tate che, insieme al suo amico Patty, s’introduce in un negozio per rapinarlo, trovando però due cadaveri al suo interno, per i quali verrà accusato di omicidio e condannato a morte. Patty ora lavora per Jack Callahan, altro vecchio amico di Tate, che gli consiglia di andarsene e lasciar perdere. Bo, Winter (Delroy Lindo) e Channing (Jamie Chung) arrivano a Hudson per aiutarlo, poiché sanno che Tate ha bisogno di scoprire la verità su ciò che è successo.
Nel frattempo Roman Skouras (Kyle MacLachlan) convince Sean, altro allievo dotato di poteri sovrannaturali, a utilizzare le sue capacità per trovare Bo…
Con il sesto episodio, Believe esplora la sottotrama relativa a Tate e alla sua condanna per omicidio: non abbiamo mai avuto dubbi sulla sua innocenza, dichiarata più volte negli episodi precedenti, ma le circostanze della condanna non sono mai state chiare, almeno finora. Sinking approfondisce quindi il suo passato, svelando gli inevitabili conflitti con il padre che però, attraverso questa avventura, vengono parzialmente appianati. Nella vicenda non ci sono sorprese: è una storia di malavita che non riserva alcun colpo di scena, e la sua narrazione appare svogliata, obbligata da esigenze drammaturgiche più che da una concreta passione per la storia. Semplicemente, era necessario raccontare questo retroscena per levarselo di torno, ponendo anche una base per la rivelazione finale: al termine dell’episodio, Winter dice finalmente a Tate che Bo è sua figlia, e questo potrebbe cambiare molte cose nel loro rapporto, chiudendone la prima fase (fatta di diffidenza reciproca, sarcasmo e insofferenza) per aprirne una tutta nuova. Scegliere di piazzare questa svolta proprio ora, a metà stagione, è una buona idea, poiché consente di mutare lo status quo dello show in corso d’opera… ammesso, però, che tale novità cambi realmente qualcosa. Staremo a vedere.
L’episodio, comunque, soffre per la carenza di tensione e per la fragilità dell’intreccio, sin troppo semplice e prevedibile. Il finale, poi, è un mezzo disastro: la resa dei conti sulla barca fra Tate e Jack Callahan, vero responsabile degli omicidi, è girata piuttosto male (soprattutto la breve sparatoria), e la soluzione della vicenda scivola nel ridicolo. La barca salta in aria con Tate a bordo, ma in seguito lo vediamo tornare nella casa di suo padre, asciutto e senza nemmeno un graffio, e ovviamente senza spiegazioni. Un epilogo affrettato e trascuratissimo, che sembra quasi prendersi gioco del pubblico: Believe conferma quindi le sue grosse lacune sul piano della scrittura, e continua a macerare nei suoi stessi errori, come se l’imprinting dell’episodio pilota fosse ormai indelebile. Un soggeto arcinoto, e per giunta mal sviluppato.
La citazione: «Per essere in grado di vedere, dobbiamo credere di essere eccezionali.»
Ho apprezzato: Tate che scopre di essere il padre di Bo.
Non ho apprezzato: la scarsa tensione; il pessimo finale.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Believe sul nostro Episode39 a questo LINK.