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Believe, la recensione del quarto episodio: Defection

Pubblicato il 02 aprile 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Altre persone da aiutare e molti pericoli da scampare nel quarto episodio di Believe, la serie creata da Alfonso Cuarón e Mark Friedman. Defection, questo il titolo della puntata, conferma però i limiti dello show…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Tate (Jake McLaughlin) e Bo (Johnny Sequoyah) sono ancora a Manhattan, e vengono portati da Winter (Delroy Lindo) in una grande casa diroccata, che servirà da provvisorio rifugio di fortuna. Mentre Tate si riposa, la bambina trova una busta nascosta nel cortile della casa: è una lettera d’amore che contiene un anello, ma sembra che la donna cui era indirizzata non l’abbia mai ricevuta. Bo, all’insaputa di Tate, si reca a casa della donna per farsi raccontare la sua storia, e decide di aiutare lei e il suo spasimante – un soldato che era partito per l’Afghanistan – a ritrovarsi, nonostante lei sia ormai fidanzata con un altro uomo. Tate, spaventato per la scomparsa della bambina, la raggiunge e cerca di convincerla a tornare nel rifugio, ma lei è irremovibile: sarà quindi costretto ad accompagnarla dal ragazzo che aveva spedito la lettera.
Nel frattempo l’FBI continua a dar loro la caccia, mentre Roman Skouras (Kyle MacLachlan) decide d’impiegare un altro individuo dotato di poteri extrasensoriali per trovare Bo…

Dopo quattro episodi, Believe sembra ormai essersi adagiato sulla sua sostanziale mediocrità, dove la trascuratezza della scrittura incontra uno schema narrarivo troppo rigido e ripetitivo. Anche Defection, infatti, replica la struttura delle puntate precedenti: mentre sono braccati dalla polizia, Tate e Bo trovano sempre il tempo di aiutare qualcuno, finché non vengono catturati dall’FBI o dagli uomini di Skouras, dei quali si liberano grazie ai poteri della bambina. Stavolta Bo riesce persino a sollevare un’intera automobile per allontanare gli agenti dell’FBI, in una scena abbastanza suggestiva che dimostra l’incremento delle sue capacità sovrumane.

Questo schema, già eccessivamente reiterato, non trova un valido supporto nella sceneggiatura, che si affida a soluzioni sin troppo assurde e inverosimili, anche nell’ambito del sovrannaturale. Si tratta di espedienti insensati, utili soltanto per far proseguire la trama: com’è possibile, ad esempio, che la lettera fosse stata nascosta dentro a un muro? Se il nuovo fidanzato della donna voleva evitare che lei la trovasse, avrebbe dovuto semplicemente distruggerla o buttarla. Gli snodi del racconto sono troppo forzati, e questo pregiudica la fruizione dell’episodio. Senza contare che i battibecchi tra Bo e Tate risultano sempre uguali a loro stessi: nel finale di ogni puntata sembra che i due riescano a trovare dei punti di contatto e di solidarietà (accade anche in questo caso), ma in quella successiva, puntualmente, è come se non fosse cambiato nulla. L’evoluzione dei personaggi latita, e lo stesso discorso vale per l’intera serie. La sequenza migliore resta allora il flashback in cui vediamo la bambina che affronta uno degli esperimenti di Skouras: mentre viene stimolata a manifestare i suoi poteri attraverso l’induzione di scariche elettriche, ci rendiamo conto che Bo è sottoposta a una vera e propria tortura, e comprendiamo più chiaramente per quale motivo Winter avesse deciso di portarla via da lì.

La citazione: «Come ci si sente a prendere lezioni di vita da una bambina di dieci anni?»

Ho apprezzato: il flashback con l’esperimento.

Non ho apprezzato: la costruzione troppo rigida e ripetitiva; l’assenza di una minima evoluzione nel rapporto tra i personaggi; le svolte narrative troppo forzate e inverosimili.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Believe sul nostro Episode39 a questo LINK.