Arriva Blackout nel diciannovesimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D., intitolato – non a caso – The Only Light in the Darkness: il supercriminale perseguita una donna legata al passato di Coulson, ovvero Audrey, la famosa violoncellista citata in The Avengers…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.
Fra i detenuti fuggiti dal Fridge c’è anche Marcus Daniels (Patrick Brennan), un assistente di laboratorio che, lavorando sull’energia cosmica nota come Forza Oscura, ne assorbì le radiazioni e acquisì il potere di sottrarre energia a tutto ciò che lo circonda, non soltanto gli oggetti (automobili, lampadine, apparecchiature elettroniche…) ma anche i corpi viventi. Coulson (Clark Gregg) sa che Daniels è ossessionato da Audrey (Amy Acker), una violoncellista di Portland, poiché la sua musica gli restituisce un senso di pace… come se fosse “l’unica luce nell’oscurità”: per questa ragione, è molto probabile che il supercriminale torni a cercarla, ma Coulson – che ebbe con la donna una relazione amorosa – si precipita in suo soccorso insieme a parte della squadra.
Nel frattempo, Grant Ward (Brett Dalton) riesce a ingannare la macchina della verità cui viene sottoposto dall’agente Koenig (Patton Oswalt), e si riavvicina a Skye (Chloe Bennett) per farle decriptare l’hard drive che contiene i dati raccolti dalla squadra negli ultimi mesi. La partenza di Melinda Mey (Ming-Na Wen), che sente di non avere più la fiducia di Coulson, facilita i suoi piani…
Sappiamo bene che nell’universo cinematografico Marvel è tutto collegato, ma The Only Light in the Darkness offre un’ulteriore dimostrazione delle sue potenzialità narrative: un semplice dialogo di The Avengers, con il suo vago riferimento alla violoncellista di cui Coulson è innamorato, permette di sviluppare una nuova storia all’interno di un altro medium, raccontando così un retroscena di cui non eravamo a conoscenza. Se poi aggiungiamo anche la presenza di Blackout, l’esito non può che rivelarsi soddisfacente. Agents of S.H.I.E.L.D. sta diventando non solo un’ottima serie di derivazione supereroistica, ma anche un ridente porto franco per tanti personaggi “minori” della Casa delle Idee (ricordiamo, fra gli altri, Graviton, Scorch e Lorelei), che di certo non troverebbero spazio all’interno dei film, ma qui possono invece costituire una seria minaccia per i nostri eroi. I fuggitivi del Fridge sono tanti, e in futuro vedremo certamente altri supervillain che fanno parte del sottobosco criminale dei fumetti Marvel.
Il ruolo di Blackout non è così centrale – le scene d’azione che lo coinvolgono sono abbastanza brevi – ma le sue origini si rivelano piuttosto fedeli a quelle dei fumetti, e la rilettura che ne viene fatta è adeguata al clima della serie (niente costume, ovviamente, ma i suoi poteri appaiono simili alla versione originale, con tanto di raggi di energia nera emessi dalle mani). La sua presenza, comunque, è soprattutto di natura strumentale, poiché serve per introdurre il personaggio di Audrey, interpretata da una deliziosa Amy Acker, che qui si trova al centro di una storia d’amore impossibile: Coulson sa che non può stare con lei, almeno per ora, ed evita quindi di mostrarsi ai suoi occhi… se non per un singolo istante, quando la salva da Blackout colpendolo con un fascio di raggi gamma (tecnologia sviluppata da Bruce Banner, come dice Fitz). Magari più avanti la rivedremo, e Coulson deciderà di svelarle la verità.
In parallelo si svolgono le vicende degli agenti rimasti nella base di Providence, che garantiscono una buona dose di tensione, confezionando un piccolo ma valido thriller spionistico. Il povero Koenig viene ucciso da Ward, ed è un peccato perché Patton Oswalt si sarebbe meritato più spazio… ma in questi show, e soprattutto nell’universo Marvel, non si sa mai: c’è sempre la possibilità che ritorni. Intanto, Mey lascia la base (e nella scena finale scopriamo che vuole parlare con un certa Maria, chiaro riferimento a Maria Hill, che parteciperà al prossimo episodio), mentre la povera Skye viene lasciata sola contro Ward. La ragazza, però, non è certo una sprovveduta: smaschera il suo collega – nonché potenziale amante – e gli fa credere di non avere alcun sospetto su di lui, in attesa di agire in qualche modo. L’ambiguità della situazione si fa intrigante, perché Ward sembra davvero provare qualcosa per lei, anche se i suoi ordini sono di ucciderla dopo la decriptazione dell’hard drive. Nella ventesima puntata ci sarà tensione ad alta quota, e anche Deathlok sarà della partita.
La citazione: «Non succede mai niente di male se lavori con una cosa che si chiama Forza Oscura.»
Ho apprezzato: l’introduzione di Audrey; la presenza di Blackout; la tensione del segmento narrativo di Providence.
Non ho apprezzato: l’eliminazione di Koenig.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Agents of S.H.I.E.L.D. sul nostro Episode39 a questo LINK.