Resurrection giunge al terzo episodio, intitolato Two Rivers, e pone nuove domande sul ritorno dei defunti cittadini di Arcadia…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
L’agente J. Martin Bellamy (Omar Epps) e la dottoressa Maggie (Devin Kelley) hanno riesumato la bara di Jacob (Landon Gimenez), trovandoci i suoi resti all’interno. Inevitabile chiedersi chi sia, allora, il bambino tornato dal mondo dei morti, dato che appare come la copia perfetta del figlio di Henry e Lucille Langston (Kurtwood Smith e Frances Fisher), maglietta compresa. Lo stesso Henry fatica ad accettarlo, e accusa la moglie di aver tradito la memoria del vero Jacob.
Nel frattempo Caleb (Sam Hazeldine), un altro “risorto”, scava delle buche attorno al suo capanno di caccia, e chiaramente nasconde qualcosa. Quando Martin e Maggie trovano le buche, i sospetti su di lui s’infittiscono. Inoltre, Maggie ipotizza che le “resurrezioni” siano legate al fiume che scorre fra i boschi di Arcadia: Jacob, infatti, è annegato nelle sue acque, mentre le ceneri di Caleb sono state disperse proprio sulla superficie del fiume…
Resurrection conferma la sua natura ibrida di mistery contaminato con il melodramma: l’enigma delle resurrezioni ha un peso forse persino inferiore rispetto alle conseguenze emotive e psicologiche di questi eventi eccezionali, che risvegliano antichi dolori e frantumano il processo di elaborazione del lutto. In Two Rivers, peraltro, assistiamo alla reazione della cittadina in quanto gruppo collettivo, il cui terrore per l’ignoto sfocia in provvedimenti ottusi e radicali, come proibire a Jacob e sua madre di frequentare la chiesa. D’altra parte, se il pastore Tom Hale vede in queste circostanze eccezionali una manifestazione del divino, altri invece le considerano un’emanazione di «qualcos’altro», e tendono a diffidare. Al momento non ci sono indizi sulla vera natura dei “miracoli”: Maggie ipotizza che la causa di tutto sia rintracciabile nel fiume di Arcadia, ma non è chiaro se l’origine dell’evento sia sovrannaturale, religiosa, magica o – più improbabilmente – fantascientifica. Di certo i cittadini del posto nascondono più di un segreto, come dimostrano le azioni di Caleb e del misterioso uomo calvo che pare sia stato l’amante di Rachel. I risvolti criminosi e cospiratori s’intrecciano con gli elementi di carattere fantastico.
Mentre i Langston affrontano le inevitabili difficoltà della situazione, scatenando un conflitto tra i dubbi di Henry e la fiducia di Lucille, Martin e Maggie sembrano coltivare un potenziale interesse amoroso, graditissimo in un contesto che, ancora oggi, tende a vedere le relazioni interraziali come un tabù insuperabile. Per il resto, l’impressione è che le domande tendano ad accumularsi un po’ troppo, e lo show dovrà comiciare a seminare qualche indizio più consistente per non rischiare di perdere il controllo sulla trama. La storia comunque ha una progressione lenta, graduale, e soltanto alla fine della stagione potremo – forse – godere di un quadro più completo.
La citazione: «Ogni volta che mi sento sul punto di avvicinarmi a lui, mi ricordo del nostro Jacob. Il Jacob che hai portato in grembo. Quello che abbiamo sepolto. Per me, lui non è mai realmente andato via. Lo vedo ancora nei miei sogni, o durante il giorno quando sento le voci dei bambini. Non riesco a lasciarlo andare. E quello che non riesco a capire… è come tu abbia potuto farlo.»
Ho apprezzato: l’attenzione alle conseguenze emotive e psicologiche delle “resurrezioni”; la collaborazione – e possibile storia d’amore – fra Martin e Maggie.
Non ho apprezzato: le domande rischiano di accumularsi eccessivamente.
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