New Girl, la recensione del 18° episodio: Sister III
Si chiude la “trilogia” di New Girl incentrata su Abbie, la scapestrata sorella di Jess: riuscirà finalmente a crescere e responsabilizzarsi?
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.
Abbie si è trasferita a casa di Schmidt, e s’immerge con lui in una relazione molto fisica e disinibita. Jess, di fronte all’intraprendenza della sorella, reagisce proponendo a Nick di andare a vivere insieme… cosa che fanno già, dato che sono coinquilini, ma Jess sostiene che debbano condividere anche i momenti di normale quotidianità, proprio come fanno le coppie “vere”: trasloca quindi nella sua stanza, ma si rende conto che per quel tipo di convivenza è ancora troppo presto. Nel frattempo Winston si allena (rovinosamente) per l’accademia di polizia, mentre Cece e Coach indagano per smascherare i presunti secondi fini di Abbie…
Sister III chiude il ciclo di puntate con Linda Cardellini nel ruolo di Abbie, e la sua partenza coincide con la ricostituzione dello status quo originario: Schmidt ha dilapidato i suoi risparmi per affittarle un negozio dove avrebbe dovuto vendere i suoi (orribili) gioielli fatti a mano, e deve quindi riprendersi la sua stanza nell’appartamento dei ragazzi. Curiosamente, questa svolta costringerà Jess e Nick a convivere nella camera di quest’ultimo, esperimento tutt’altro che riuscito nel corso dell’episodio. D’altra parte, New Girl continua ad affrontare – pur con piglio umoristico e stralunato – le difficoltà di una generazione che ha ormai smarrito le antiche certezze di stampo lavorativo, sentimentale e familiare, e che deve rimandare costantemente il passaggio all’età “adulta” (qualunque cosa significhi): ciò significa che persino due innamorati come Nick e Jess non sono in grado di rinunciare ai propri spazi, o di sopportare le piccole abitudini quotidiane del partner, mentre Winston appare sempre più alienato da se stesso, così buffo e tenero nella sua disastrosa ricerca di uno scopo.
Uno scopo che sfugge anche alla stessa Abbie, protagonista di un’inevitabile presa di coscienza al termine della puntata, quando decide di tornare dalla madre per costruirsi una vita più responsabile. Non sappiamo se ci riuscirà, ma sappiamo che alle sue spalle lascia le macerie della breve relazione con Schmidt, comunque abituato ai rapporti incostanti e turbolenti: il suo ritorno a casa è sicuramente gradito, e potrebbe servire a riallacciare i legami con gli altri protagonisti, ultimamente meno saldi. Devo dire che non mi dispiacerebbe rivedere la cara vecchia douchebag jar, da troppo tempo dimenticata.
La sceneggiatura di Sister III perde un po’ di vivacità rispetto agli episodi precedenti, ma le idee spassose non mancano: da ricordare la scena in cui Jess lavora in ascensore, il paradossale imbarazzo di Nick quando deve svestirsi davanti a lei, la sua maglietta ultralunga per andare a dormire, l’ordinatissima spazzatura di Schmidt, e infine l’insolita amicizia tra Cece e Coach, demascolinizzato e ridotto ad “amica del cuore”. La famigerata friend zone colpisce ancora.
La citazione: «Smettila di rovistare nella mia spazzatura, Winston! La stai incasinando tutta!»
Ho apprezzato: il ritorno a casa di Schmidt; i gioielli assassini di Abbie; la maglietta ultralunga di Nick; Jess che lavora in ascensore.
Non ho apprezzato: nulla di rilevante.
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