Believe, la recensione del terzo episodio: Origin

Believe, la recensione del terzo episodio: Origin

Di Lorenzo Pedrazzi

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Cominciamo a scoprire le origini di Bo nel terzo episodio di Believe, la serie creata da Alfonso Cuarón e Mark Friedman. Non a caso, la puntata s’intitola proprio Origin

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Tate (Jake McLaughlin) e Bo (Johnny Sequoyah) sono arrivati a New York, dove Winter (Delroy Lindo) ha preparato un rifugio sicuro per loro. Prima di entrare nell’appartamento, però, entrano in contatto con una ricca donna straniera che da anni cerca il figlio scomparso: avrebbe dovuto raggiungerla in America, ma non è mai arrivato (almeno, non che lei sappia). Bo cercherà di aiutarla, mentre l’FBI stringe il cerchio su di loro.
Nel frattempo, tramite flashback, scopriamo che la madre di Bo si chiamava Nina (Ella Rae Peck), e possedeva gli stessi poteri della figlia. Roman Skouras (Kyle MacLachlan) le aveva offerto il suo aiuto per sviluppare le sue capacità sovrannaturali, e aveva ingaggiato Winter per assisterla. Una volta rimasta incinta, la donna aveva chiesto a quest’ultimo di occuparsi della bambina se le fosse successo qualcosa…

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L’impressione, di fronte a questo terzo episodio, è che Believe rischi di rimanere intrappolato nella rigidità del suo schema narrativo: le avventure di Tate e Bo sono strutturate sempre allo stesso modo, poiché alternano meccanicamente il versante thriller (la fuga dalle forze dell’ordine) a quello emozionale (l’incontro con persone che hanno bisogno di aiuto), senza alcuna deviazione dal binario predefinito. In realtà Origin è costruito abbastanza bene, perché sfrutta uno specifico elemento del racconto (il ciondolo regalato alla donna straniera da suo figlio) per ricamarci attorno la storia di due vite che finalmente si ricongiungono, ma al contempo appare sciatto e poco plausibile nella definizione delle sottotrame: com’è possibile, ad esempio, che la donna avesse lasciato il suo paese senza il figlio, abbandonandolo con il padre alla violenza della guerra? O che il figlio, rapito dopo l’omicidio del padre, non ricordasse nemmeno il suo cognome? Questi dettagli evidenziano una notevole trascuratezza sul piano della scrittura, e provocano un effetto straniante agli occhi dello spettatore, che percepisce le lacune dell’episodio. Parimenti frettoloso è anche l’epilogo, con quella fuga in metropolitana che sembra risolvere troppo facilmente una situzione molto critica, mentre tutta la polizia di New York dà la caccia all’ex detenuto e alla bambina.

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C’è però un diversivo: i flashback fanno luce sul passato di Winter e Skouras quando unirono le forze per aiutare Nina, la madre di Bo, una donna i cui poteri – secondo Skouras – avrebbero potuto fermare tutte le guerre del mondo. Se è vero che, anche in questo caso, alcune circostanze rusultano ben poco credibili (come il test con il drone), allo stesso tempo i flashback riescono a porre le basi per costruire la mitologia della serie, svelandoci inoltre che le capacità sovrumane di Bo sono legate a un particolare gene presente nel suo DNA, e trasmissibile per linea materna. I sogni utopistici di Skouras paiono sinceri, e questo conduce a un dilemma morale sulla sorte della bambina, divisa tra due uomini che vogliono entrambi il suo bene, ma con visioni e prospettive differenti. Peccato però che si rimanga sempre nell’ambito del già visto e già sentito, soprattutto in un periodo di grande successo per le tematiche “superumane”, ampiamente inflazionate sia al cinema che in televisione: se vogliono sperare che Believe s’imprima nell’immaginario del pubblico, gli autori dovranno spingersi oltre i soliti cliché, e tentare qualcosa di più audace. L’impiego di altri individui sovrumani per braccare Tate e Bo, come suggerito nel corso dell’episodio, è già un’idea più intrigante, seppure non nuova.

La citazione: «In questo momento sono in corso quarantasette guerre, nel mondo. Nina può porvi fine. A tutte.»

Ho apprezzato: l’ambiguità di Skouras; l’incontro tra la madre e suo figlio.

Non ho apprezzato: i dettagli poco plausibili; la costruzione troppo rigida e ripetitiva.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Believe sul nostro Episode39 a questo LINK.

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