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Believe – La recensione del secondo episodio: Beginner’s Luck

Pubblicato il 18 marzo 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Believe, la serie creata da Alfonso Cuarón e Mark Friedman, giunge al secondo episodio dopo un debutto poco convincente. Beginner’s Luck, però, riesce a migliorare qualcosa…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Tate (Jake McLaughlin) e Bo (Johnny Sequoyah) continuano la loro fuga verso Philadelphia, ma sono costantemente braccati dalla polizia. Alle forze dell’ordine si aggiunge un mercenario assoldato da Roman Skouras (Kyle MacLachlan), incaricato di riportare la bambina all’istituto da cui è scappata, ovvimente illesa. Mentre Winter (Delroy Lindo) e Channing (Jamie Chung) cercano di aiutarli, Tate e Bo si rifugiano in una sala da gioco al fine di racimolare qualche soldo, sfruttando i poteri della bambina – recalcitrante – per manipolare i dadi. Bo incontra una donna che serve ai tavoli del bar della sala, e scopre che suo figlio è malato di leucemia: farà di tutto per aiutarlo.

Senza Cuarón alla regia e – soprattutto – alla sceneggiatura, il secondo episodio di Believe recupera un po’ di solidità narrativa, rivelandosi certamente più convenzionale rispetto al pilot, ma anche più efficace sul piano del racconto. Beginner’s Luck, a meno di clamorose smentite, può essere considerato come un “episodio standard” di questa nuova serie: Tate e Bo vivono in una situazione costantemente precaria, la polizia e gli uomini di Skouras danno loro la caccia, mentre la bambina sfoggia i suoi poteri solo in situazioni di estrema necessità, come nei momenti di rabbia o nelle circostanze più disperate (all’inizio della puntata, i poteri intervengono per salvare Tate da un’ispezione della polizia, sbloccando il freno a mano della volante). Basilare, però, è anche l’elemento empatico: in ogni episodio Bo incontra qualcuno da aiutare, e ci riesce grazie a una combinazione di telepatia, generosità e dolcezza. Stavolta non mancano le sfumature delicate e commoventi, come nella scena in cui Bo fa levitare un peluche davanti agli occhi divertiti del bimbo malato, oppure nell’abbraccio finale tra la madre e il figlio.

Scandito da una discreta tensione, l’episodio svela qualche nuovo particolare sul passato della protagonista, pur senza offrire alcuna sorpresa. Il canovaccio è il solito: l’esercito vuole sfruttare i poteri di Bo a fini militari, la bambina viveva in un istituto che – stando a Winter – non le assicurava una vita “normale”, e Skouras vuole trovarla a ogni costo per riportarla nel suddetto istituto. Bisogna però ammettere che la caratterizzazione di quest’ultimo si fa più stratificata, poiché l’uomo non è affatto uno spietato antagonista, bensì un individuo che possiede sensibilità, com’è evidente quando, guardando un filmato d’archivio in cui la piccola Bo gioca con Winter, si commuove. Probabilmente vuole soltanto il bene della bambina, e ritiene che l’istituto possa garantirglielo.

Resta però l’impressione di assistere a un soggetto sovrasfruttato, che per il momento viaggia su binari predefiniti, senza spostarsi di un millimetro da ciò che il pubblico già conosce. Il versante emotivo e “spirituale”, d’altra parte, potrebbe riservare qualche soddisfazione, purché lo show non scada nella retorica più bieca. Nell’episodio in questione i toni si mantengono piuttosto sobri, senza eccessi melodrammatici, ed è per questo che funziona. Le prossime puntate, insomma, saranno fondamentali per stabilire l’identità della serie.

La citazione: «Fatemi un favore, quando entriamo: non guardatelo negli occhi.»

Ho apprezzato: le sfumature emotive; la caratterizzazione di Skouras.

Non ho apprezzato: l’assenza di soluzioni minimamente originali.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Believe sul nostro Episode39 a questo LINK.