Intitolato Birds of Prey, come l’omonima serie a fumetti con Oracle, Black Canary e altre supereroine, il diciassettesimo episodio di Arrow riporta in scena Jessica De Gouw nel ruolo della Cacciatrice, ma conferma la fase calante degli ultimi episodi…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Oliver (Stephen Amell) e Sara (Caity Lotz) supportano un’operazione della polizia che conduce alla cattura di Frank Bertinelli (Jeffrey Nordling), ma sono perfettamente consapevoli che questo provocherà il ritorno in città di sua figlia Helena, alias la Cacciatrice (Jessica De Gouw), bramosa di vendetta nei confronti del padre. Laurel (Katie Cassidy) viene reintegrata nell’ufficio del procuratore distrettuale per occuparsi del caso, ma Helena irrompe nel tribunale con alcuni complici, prendendo in ostaggio lei e gli altri presenti. Canary e Freccia devono intervenire per evitare il peggio.
Parallelamente, nei flashback sull’isola, Slade Wilson (Manu Bennet) tortura Oliver, e propone a Sara uno scambio: le restituirà Oliver se lei farà in modo di consegnargli un meccanico che è fuggito con lei dalla nave, e che deve ripararne i motori per farla ripartire…
Con l’esclusione di The Promise, gli ultimi episodi di Arrow hanno mostrato una certa stanchezza sia nella gestione dei personaggi sia nella messa in scena dell’azione, e Birds of Prey conferma questo momento di stallo. Il ritratto stesso della Cacciatrice risulta poco convincente: contraddittoria nella sua natura di vigilante, caratterizzata in modo troppo semplicistico sul piano psicologico, Helena Bertinelli subisce un’evoluzione repentina e poco credibile dopo la morte di suo padre, al termine dell’episodio, imboccando la strada di un pentimento che stride con tutto il resto. Anche l’atteso scontro fra lei e Canary non offre grandi soddisfazioni, poiché viene liquidato in un paio di sequenze confuse e frettolose.
Particolarmente goffa – perché troppo brusca e priva di un retroterra caratteriale – è anche l’introduzione del poliziotto che odia i giustizieri mascherati, sfruttato come deus ex machina per la risoluzione della storia: è infatti lui a uccidere accidentalmente Frank Bertinelli, provocando lo shock di Helena e quindi il suo pentimento. Nel frattempo assistiamo alla crescente diffidenza di Roy nei confronti di Oliver, che gli ha chiesto di lasciare Thea per evitare di metterla in pericolo, secondo un vecchio cliché supereroistico che francamente sembra un po’ stantio. I momenti migliori dell’episodio sono allora circoscritti a due gag: nella prima, Oliver si rivolge a Roy urlando «Speedy!», che nello show è il soprannome di Thea, ma nei fumetti è il primo nome da battaglia dello stesso Roy (la spalla di Freccia Verde, destinato a diventare Freccia Rossa e poi Arsenale); nella seconda, il detective Lance telefona a Freccia Verde per informarlo sulla situazione al tribunale, ma sente contemporaneamente suonare il telefono di Oliver, lì vicino a lui. «È mia mamma» si giustifica Oliver, scampando così al pericolo di rivelare la sua identità segreta!
Insomma, un episodio nel complesso trascurabile, ma perlomeno il finale riporta l’attenzione sulla trama orizzontale: la minaccia di Slade/Deathstroke aleggia sui protagonisti, e nella prossima puntata comincerà a prendere forma.
La citazione: «Di sicuro Oliver sa come vestire le sue ragazze.»
Ho apprezzato: Oliver che urla «Speedy!» a Roy; il detective Lance che per poco non scopre l’identità segreta di Freccia Verde.
Non ho apprezzato: la gestione della Cacciatrice; gli scontri fra lei e Canary; l’introduzione del poliziotto che odia i vigilanti mascherati.
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