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Almost Human, la recensione del season finale: Straw Man

Pubblicato il 05 marzo 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Straw Man, ultimo episodio della prima stagione di Almost Human, mette i detective Kennex (Karl Urban) e Dorian (Michael Ealy) sulle tracce di un insolito serial killer, optando per una trama interamente verticale. Si tratta forse di un addio?

Attenzione: l’articolo seguente contiene SPOILER

In città si aggira un serial killer che adesca giovani senzatetto nei rifugi, li uccide, ne svuota i corpi e li riempie di paglia. Il modus operandi è identico a quello di Michael Costa, l’Uomo di Paglia, un serial killer che ha mietuto molte vittime dieci anni prima, e che è stato catturato dal padre di John. Per questa ragione si pensa che l’assassino sia un emulatore, anche se alcuni dettagli non tornano: John scopre infatti che suo padre, prima di morire, stava indagando ancora sul caso, perché non era più convinto della colpevolezza di Costa. Inoltre, Rudy dimostra che i corpi ritrovati non appartengono alle vittime, ma sono delle copie prodotte con una vecchia stampante organica. John deve quindi risolvere l’enigma, ma nel frattempo Dorian è sottoposto all’esame di una commissione che ha il compito di verificare se ci siano gli estremi per rinnovare il suo stato di servizio…

Giunta all’ultimo episodio della prima stagione (se non della sua intera esistenza), Almost Human sceglie la strada del procedural: anche Straw Man, come quasi tutte le puntate precedenti, racconta una trama autoconclusiva che traspone i codici del thriller poliziesco in un ambiente fantascientifico, fondendo abilmente l’utopia tecnologica con il genere investigativo. Alcuni aspetti sono poco plausibili (se il vero assassino ha fatto incolpare Costa per scagionarsi, non ha senso che ritorni in azione ripetendo lo stesso modus operandi) e l’intreccio è un po’ contorto, ma nel complesso l’episodio è godibile, anche perché rafforza il legame tra John e Dorian senza rinunciare alle schermaglie da buddy cop. Inoltre, i riferimenti al padre di John ci permettono di approfondire il background del personaggio, contribuendo a definire più chiaramente il contesto narrativo. A tal fine, anche il ritratto del sottobosco della città risulta molto utile: all’ombra dei grattacieli scintillanti, lontani dai miracoli della tecnologia futuristica, si muove un’umanità lasciata ai margini del progresso, composta da uomini e donne che vivono nella miseria e, se va bene, si nutrono di apposite pillole rilasciate da una macchina che analizza il loro sangue per stabilire di quali principi nutritivi abbiano bisogno. Il progresso non è uguale per tutti, e per qualcuno l’utopia si trasforma in una distopia.

Di fronte a questo ritratto del futuro, che si fa sempre più dettagliato di episodio in episodio, è un peccato che la mitologia di Almost Human sia stata gestita in modo così trascurato, sprecando buona parte del suo potenziale. La trama orizzontale – indipendentemente dall’ordine degli episodi imposto dalla Fox – è sempre stata nebulosa, confusa, accennata solo in sporadiche occasioni senza mai uno sviluppo concreto. Troppi gli spunti che sono stati lasciati in sospeso: le macchinazioni dell’Insindacato, i segreti di Nigel Vaughn (John Larroquette), i ricordi impiantati nella memoria di Dorian, la tensione sentimentale tra John e Valerie Stahl (Minka Kelly), la solitudine del detective… tutto questo non ha mai avuto un seguito nel corso delle puntate, e rischia di rimanere irrisolto. Al momento il rinnovo della serie non è molto probabile, e Straw Man, con il suo epilogo sereno e privo di cliffhanger, sembra dimostrare che gli autori siano ben consci di questo rischio. Certo, non è ancora detto, e francamente Almost Human si meriterebbe una seconda possibilità… altrimenti sarà solo l’ennesima serie fantascientifica chiusa prima del tempo, peraltro con una scena finale che cita apertamente Blade Runner. Io, personalmente, tifo per il rinnovo.

La citazione: «Sono davvero io la ragione per cui vuoi rimanere in polizia? Questa è la cosa più carina che mi abbiano mai detto, John.»

Ho apprezzato: il rapporto tra John e Dorian; l’approfondimento del contesto futuristico; il finale tenero.

Non ho apprezzato: l’assenza di riferimenti alla trama orizzontale.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Almost Human sul nostro Episode39 a questo LINK.