Il 9 marzo del 1994 Charles Bukowski ha lasciato questo mondo. Lui, che ha definito la morte come “l’ultimo scherzo di una serie di brutti scherzi”. Come sempre accade nel caso dei grandi artisti, la morte fisica non è riuscita a bloccare il suo spirito, che continua a vivere oggi attraverso quelle parole che, come un fiume, fluivano copiose sulle pagine dei suoi scritti. Perché per Bukowski la scrittura era una pulsione naturale, quasi necessaria, e nelle sue opere, disseminate di puttane, emarginati e scrittori solitari, è possibile trovare una vitalità senza pari.
Il suo testamento conta più di 40 libri, che comprendono poesie, romanzi e racconti. In quelle parole è possibile riconoscere il riflesso di una vita particolarmente intensa, che riporta alla mente una famosa frase di Metropolis, il capolavoro diretto nel 1927 da Fritz Lang: “Il cuore deve mediare tra il cervello e le mani”.
Il Cinema, ovviamente, si è interessato a lui attraverso una serie di pellicole che hanno cercato di concretizzare la sua personale visione del mondo. Noi abbiamo deciso di ricordarne tre:
STORIE DI ORDINARIA FOLLIA (1981, regia Marco Ferreri)
Tratto dall’omonima raccolta di racconti, rielaborata per l’occasione attraverso l’ottica cinica di un regista come Marco Ferreri. Ben Gazzara interpreta Charles Serking, personaggio ispirato allo stesso Bukowski.
BARFLY – MOSCONE DA BAR (1987, regia Barbet Schroeder)
Una pellicola a cui ha partecipato lo stesso Bukowski scrivendone la sceneggiatura. Mickey Rourke interpreta Henry Chinaski, pseudonimo usato dallo scrittore nelle sue opere. Il romanzo Hollywood, Hollywood! parla della difficile realizzazione di questo film.
FACTOTUM (2004, regia Bent Hamer)
Ispirato all’omonimo romanzo. Nel ruolo di Henry Chinaski questa volta troviamo Matt Dillon. Un piccolo film indipendente, che è stato in grado di lasciare il segno, a suo modo.