Episodio di transizione verso le due puntate conclusive, Haunted Houses svela le ragioni della rottura fra Rust e Marty, ponendo le basi per il finale della stagione.
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
È ormai chiaro che i detective Gilbough e Papania stanno indagando su Rust Cohle (Matthew McConaughey), sospettato di aver commesso svariati delitti mentre dava la caccia al misterioso Re Giallo, dopo aver lasciato la polizia nel 2002. Anche Maggie (Michelle Monaghan) viene chiamata per rilasciare qualche dichiarazione, ma la donna, ormai separata da Marty (Woody Harrelson), non ha alcuna intenzione di mettere Rust in cattiva luce, né di rivelare le cause della rottura fra lui e il suo ex marito. La verità è che Maggie – disgustata dal nuovo tradimento di Marty, che aveva cominciato a frequentare la giovane commessa di un negozio – ha consumato un fugace ma soddisfacente rapporto sessuale con Rust, soltanto per vendicarsi del marito e dimostrare a se stessa di esserne capace: per questa ragione, i due uomini hanno avuto una violenta colluttazione, terminata con le dimissioni di Rust. Dieci anni dopo, però, anche Marty si dimostra leale nei confronti del suo ex partner, e rifiuta di collaborare alle indagini di Gilbough e Papania…
Si chiude con un promettente rendez-vous il sesto episodio di True Detective: le parabole umane e professionali di Rust e Marty, separate da dieci anni, convergono nuovamente per preparare il gran finale della stagione, resa dei conti di un’indagine macabra e angosciante sull’enigma imperscrutabile del male.
Un enigma che per il momento resta insoluto, poiché Haunted Houses lascia il mistero parzialmente in secondo piano al fine di concentrarsi sulle relazioni fra i personaggi: insomma, meno thriller e più melodramma, ma con una durezza che ignora il senso del perdono perché “il perdono non esiste, la gente dimentica e basta”, come dice Rust. Ed effettivamente il trascorrere degli anni guarisce le ferite del rancore (come dimostra la reazione di Marty quando i due detective gli chiedono aiuto per incastrare il suo ex partner), eppure lo sfogo sessuale di Maggie sembra un espediente sin troppo “facile” per giustificare lo scontro tra i due, persino banale se confrontato con le dinamiche di una serie che, di solito, tende a scegliere i sentieri meno battuti. Ma il tradimento, a ben vedere, non è altro che un pretesto: lo strappo coincide con il vertice di una tensione accumulatasi fin dall’inizio, fin da quando Rust e Marty discutevano le proprie opposte visioni del mondo; l’episodio ci mostra infatti la deflagrazione di un rapporto che ha sempre vissuto di attriti, incomprensioni, contrasti sul filo del rasoio, e che aveva solo bisogno di una scintilla per esplodere definitivamente.
Tali contrasti emergono con ulteriore chiarezza proprio grazie a Maggie, che vede in Rust, pur con tutti gli spigoli affilati della sua personalità disillusa, l’uomo che Marty non sarà mai. I tormenti e le ossessioni di Rust non nascondono quel misto di coerenza e senso di responsabilità che guida le sue azioni, mentre la vita di Marty, così ben impostata e convenzionale, cela una profonda ipocrisia e un’inguaribile carenza di lealtà coniugale. Per questa ragione il primo continua stoicamente le sue indagini, mentre il secondo resta impantanato nei suoi problemi familiari, di cui peraltro è la principale, se non unica, causa. Radicalmente diverso è quindi anche il loro rapporto con il potere: Rust non si fa problemi a scomodare l’influente reverendo Tuttle, su cui riversa i suoi sospetti, mentre il resto della polizia (di cui Marty costituisce la sintesi) preferisce i benefici del quieto vivere. Ma scommettiamo che nel prossimo episodio torneranno a indagare insieme?
La citazione: «Ho visto più anime perdersi in fondo a una bottiglia che in qualunque altro abisso. Al contempo, però, è difficile fidarsi di un uomo che non si fida di se stesso davanti a una birra.»
Ho apprezzato: la durezza con cui vengono affrontati i risvolti melodrammatici (anche nella scena di sesso fra Rust e Maggie).
Non ho apprezzato: il tradimento è un espediente un po’ troppo semplice, anche se funzionale.
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