Archivio Ultime News

Set Yourself Free – Il video shock contro chi marina la scuola…

Pubblicato il 01 febbraio 2014 di Valentina Torlaschi

Noi del nord, qui tra Milano e dintorni, diciamo “bigiare” ma i sinomini più o meno dialettali in tutt’Italia sono innumerevoli: marinare, fare sega, fare filone, fare forca, fare fughino, fare fuoco, fare puffi, grifare. In sostanza il significato è “saltare una giornata di scuola“, un’esperienza che praticamente tutti hanno fatto nella loro vita.

Un brivido di libertà che, però, può costare tremendamente caro e rivelarsi tremendamente pericoloso… A dimostrarcelo è questo video pubblicato su Youtube diretto dagli australiani Henry Inglis e Aaron McCann che viralmente sta facendo il giro della rete (siamo a quasi 6 milioni di visualizzazioni!): una sorta di pubblicità progresso dai toni assolutamente shock che vuole sensibilizzare sì sull’importanza di andare a scuola ma soprattutto sui rischi che si corrono quando le normali trasgressioni giovanili sono vissute con stupidità. Insomma, come suggerisce il titolo e il finale del video, “siate liberi ma non calate mai l’attenzione”. Poi va da sé che se ve ne state anche sui banchi ad imparare è meglio!

Di seguito il video che racconta di come l’idilliaca giornata di 4 ragazzi che marirano la lezione per il sole, la spiaggia e il mare venga distrutta per non aver letto un… Da guardare fino alla fine; astenersi stomaci deboli, le immagini sono forti.

Prodotto dalla Henry & Aaron in collaborazione con ‘Learn For Life Foundation‘ un’associazione australiana che promuove l’educazione scolastica a tutte le età, quello che avete visto è un filmato potente che in molti potrebbero giudicare eccessivo. Eppure, grazie a un uso intelligente del linguaggio visivo con quest’opposizione tra la prima parte solare-leggiadra-raffinata e un finale così splatter-sanguinario che rimanda inevitabilmente anche alle tragedia delle mine antiuomo, il video riesce a colpire nel segno. E rende alla perfezione l’idea di come la vita possa rovinarsi solo per la troppa leggerezza con cui si vivono le esperienza…

Voi cosa ne pensate?