«Ora quelle suore suore saranno gelose di me!». Così, con divertita semplicità, Philomena Lee commenta soddisfatta l’incontro che ha avuto nei giorni scorsi con Papa Francesco, insieme a Steve Coogan. La signora in questione, 80 anni ma vitalità da vendere, è la donna che ha ispirato il film diretto da Stephen Frears intitolato appunto Philomena che, presentato tra gli applausi al Festival di Venezia del 2013, è poi uscito nelle sale italiane lo scorso dicembre.
Philomena è un’adorabile commedia tutta cuore e sarcasmo che ha avuto un’ottima accoglienza di pubblico (siamo quasi a 6 milioni di incassi in Italia) e che racconta la storia vera di questa donna alla ricerca di un figlio che, 50 anni prima, delle perfide suore – quelle della razza di Magdalene, per intenderci – han costretto a dare in adozione. E sono proprio quelle le suore che Philomena Lee è contenta di aver fatto ingelosire ora che lei con Papa Francesco ci ha parlato.
Scritta con una precisione chirurgica nel soppesare una sana commozione e un british humor di migliore annata, il film è un percorso tra fede, perdono e giustizia che ovviamente non poteva non suscitare l’attenzione del Pontefice il quale ha quindi accettato con piacere di incontrare Philomena Lee in Vaticano, in occasione dell’udienza del mercoledì a piazza San Pietro. «È stato un grande onore, è una persona speciale, mi ha commossa. Poi, è una persona di carisma che ride e sorride molto. Ho sempre avuto una profonda fede nella Chiesa e nella sua volontà di riparare ai torti commessi in passato. » ha commentato la donna.
La vera vicenda di Philomena Lee è straziante, eppure lei, come racconta anche la pellicola, è riuscita a perdonare. Rimasta incinta giovanissima e non ancora sposata, nel 1952, la donna fu mandata dalla famiglia nel convento di Roscrea, nel centro d’Irlanda, dove partorì suo figlio: Anthony. Il quale, però, all’età di 3 anni venne adottato, dietro pagamento, da una ricca famiglia americana. Philomena si è poi rifatta una vita e una famiglia ma non ha mai smesso di cercare Anthony: per 50 anni ha tentato di ritrovarlo e, solo con l’aiuto del giornalista Martin Sixsmith (autore del libro The lost child of Philomena Leeda cui è stato poi tratto il film), ci è riuscita. Ma ormai era troppo tardi. Purtroppo, le ricerche sono state ostacolate dalle stesse suore del convento di Roscrea che, per tantissimo tempo, non solo si sono rifiutate di rendere noti i loro archivi ma hanno anche intralciato la ricerca.
Philomena Lee è stata solo una delle tante ragazze-madri a cui è stato impedito di ritrovare il proprio figlio dato in adozione. Proprio per combattere quest’ingiustizia e cercare di accedere ai quei 60mila file degli archivi delle istituzioni religiose irlandesi che potrebbero aiutare altre donne a rivedere i lost childern, è stata istituita una petizione sotto il nome di Philomena Project.
Nella versione cinematografica della storia, Philomena Lee è stata magistralmente interpretata da Judi Dench che per la performance si è guadagnata una meritatissima nomination agli Oscar. Steve Coogan (oltre che produttore e sceneggiatore) è invece l’interprete del giornalista della BBC. QUI trovate la nostra recensione del film.
Fonte: The Guardian