Ieri abbiamo parlato dell’Epic Fail capitato al giornalista statunitense Sam Rubin, che recentemente, durante un’intervista, ha scambiato Samuel L. Jackson per Laurence Fishburne (qui trovate maggiori informazioni).
Il povero Sam ha pagato caro il suo errore e a noi un po’ dispiace, per questo abbiamo deciso di ripercorrere alcune “figuracce” capitate questa volta a dei grandi nomi.
Una sorta di Top 5, che come sempre si propone come uno spunto per un piacevole scambio di commenti. Questa è la nostra Top Fails, voi ovviamente potete partecipare segnalando nei commenti altre gaffe storiche.
IL VAFFA DI TONI SERVILLO
Cominciamo con un Fail tutto italiano, oltretutto recentissimo. Lo conoscete tutti, anche perché se ne è parlato per tantissimo tempo (decisamente più del dovuto). La situazione è la seguente: La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino vince il Golden Globe ed ecco che nel web si solleva un plebiscito tra i favorevoli e i contrari. Per un commento in diretta su questa bella vittoria, Rai News 24 decide di raggiungere al telefono il protagonista Toni Servillo, peccato che il discorso venga subito indirizzato sui giudizi non unanimi riscossi dal film. Ora, cerchiamo di descrivere il tutto con una metafora: è il vostro compleanno, siete contenti e pronti a festeggiare. Ad un certo punto viene qualcuno da voi e, tanto per smorzare il vostro entusiasmo, vi ricorda tutte le persone a cui non state simpatico. Quale sarebbe la vostra reazione?
MICHAEL BAY ABBANDONA IL PALCO DEL CES
Michael Bay è un tipo che bada alla sostanza, che non si trova particolarmente a suo agio nelle situazioni cosiddette pompose. Lo ha recentemente dimostrato durante il Consumer Electronics Show di Las Vegas, dove era stato invitato per fare un intervento durante la conferenza della Samsung. Il regista si trovava lì per promuovere l’ultimo televisore Ultra HD del marchio, quando ad un certo punto il gobbo elettronico sul quale stava leggendo il suo discorso si è bloccato. Sul palco c’era anche il Presidente della Samsung Electronics America Tim Baxter, che ha cercato di salvare la situazione facendo qualche domanda al volo, ma l’improvvisazione evidentemente non fa per Michael Bay.
LARS VON TRIER E I COMMENTI POCO FELICI SU HITLER
«Per lungo tempo ho pensato di essere ebreo ed ero felice di esserlo. Poi ho conosciuto Susanne Bier (regista danese ebrea) e non ero così contento. Ma dopo ho scoperto che in realtà ero un nazista. La mia famiglia era tedesca. E questo mi fa anche piacere. Cosa posso dire? Capisco Hitler…simpatizzo un po’ con lui»
È il 2011. Lars Von Trier è ospite del Festival di Cannes per presentare Melancholia. Durante una conferenza stampa del film il regista offre alla stampa un discorso decisamente poco felice. Scoppia subito lo scandalo e la direzione del Festival decide di allontanarlo dai luoghi della manifestazione. Lo stesso Lars Von Trier ha ricordato quanto successo al Festival di Berlino, presentandosi alla conferenza di Nymphomaniac indossando una maglietta col logo di Cannes e la scritta “Persona non grata”.
CRISPIN GLOVER SBROCCA DA LETTERMAN
Nel 1987 Crispin Glover, reduce del grande successo di Ritorno al Futuro, è ospite del Late Night with David Letterman per promuovere il suo nuovo film: River’s Edge. All’insaputa sia del presentatore che del pubblico, l’attore si presenta vestito come Rubin, il personaggio di un film da lui interpretato ma non ancora arrivato in sala. Letterman cerca di gestire la situazione, ma l’attore rincara la dose cominciando a dare calci in aria, a pochissima distanza dal volto del presentatore, e urlando “Sono forte! So dare calci!”. Nessun ha mai capito veramente quanto successo quella sera fino al 1991, anno in cui Rubin and Ed è sul serio arrivato in sala.
ANDY KAUFMAN E LA SCENEGGIATA IN DIRETTA DA LETTERMAN
Emblema del cosiddetto anti-humor, Andy Kaufman è stato uno dei comici più controversi degli ultimi anni (nel 1999 Jim Carrey gli ha anche reso il giusto e doveroso omaggio in Man on the Moon di Milos Forman). Si può benissimo dire che Crispin Glover abbia preso ispirazione dal siparietto inscenato da lui e dal wrestler Jerry Lawler nel 1980, sempre da Letterman. Solo anni dopo si è scoperto che quanto successo in diretta televisiva fosse stato in realtà studiato a tavolino dai due.