« Broadcast Yourself »
Nello slogan di YouTube è praticamente racchiusa l’essenza del mondo in cui viviamo, all’interno del quale la “trasmissione” personale è diventata una vera e propria ragione di vita. Se ci pensate non è un caso se, ormai, tutti gli oggetti tecnologici di uso comune sono dotati di una videocamera: si potrebbe benissimo dire che, oggi, qualsiasi cosa per dirsi “reale” debba passare obbligatoriamente attraverso l’occhio di un obiettivo, accessibile a tutti e trasmessa in mondovisione alla stregua del più comune reality show.
YouTube compie oggi 9 anni e nel corso di questo tempo ha influenzato in maniera determinante il nostro mondo di concepire la realtà, passando dall’essere il nemico giurato dei media al diventare il suo più fedele alleato, a tal punto che tutte le maggiori produzioni cinematografiche si affidano a questo canale per le campagne marketing e ogni casa di distribuzione o sito ha il suo account su questa piattaforma (anche ScreenWEEK ne ha ovviamente uno, che trovate qui).
Creata il 15 febbraio 2005 da Chad Hurley , Steve Chen e Jawed Karim, ex dipendenti di PayPal, questa piattaforma è riuscita ad imporsi all’attenzione mondiale nel giro di pochissimo tempo, a tal punto che nel giugno 2006 i dati parlavano già di oltre 100 milioni di visualizzazioni al giorno.
Il primo video pubblicato su YouTube nell’aprile del 2005, opera dello stesso Jawed Karim.
L’idea alla base di questo sito era semplicissima e al tempo stesso particolarmente efficace e, soprattutto, “democratica”: la condivisione di materiale audiovisivo. Chiunque poteva (e può) crearsi un account su YouTube, pubblicare il proprio materiale e condividerlo con il resto del mondo, ma, cosa ancora più importante, chiunque, senza distinzioni, poteva raggiungere il successo grazie a questo sito.
Oggi i contenuti offerti da YouTube sono vastissimi e sono in grado di soddisfare ogni tipo di pubblico. Facendo “zapping” tra la miriade di video a nostra disposizione possiamo trovare videoclip musicali, contenuti al limite della legalità per quanto riguarda le questioni di copyright (come film o trasmissioni televisive) e veri e propri filmati amatoriali dedicati a qualsiasi materia, come musica, cinema, letteratura, cucina, bricolage e molto altro ancora, comprese le cose più frivole e apparentemente inutili.
Qual è la differenza con il resto delle trasmissioni televisive che guardiamo ogni giorno? Praticamente nessuna, se si esclude il numero delle persone coinvolte nella loro realizzazione. Parafrasando quanto detto da Andy Warhol, si potrebbe benissimo dire che, nel futuro, “ognuno di noi sarà famoso per 15 minuti grazie a YouTube”. È quel futuro è ora, in questo momento.