Il decimo episodio della prima stagione di Almost Human è in realtà il quarto in ordine di produzione, e si vede: il detective John Kennex (Karl Urban) è infatti ancora ossessionato dai ricordi della sparatoria in cui ha quasi perso la vita, e i riferimenti alla trama orizzontale non mancano.
Attenzione: l’articolo seguente contiene SPOILER
Due ragazze che frequentavano la prestigiosa Mendel Academy muoiono in circostanze molto simili, entrambe per overdose: pare che abbiano assunto una droga sintetica sconosciuta, molto diffusa tra gli studenti (potenziati geneticamente) dell’istituto. Kennex e Dorian (Michael Ealy) cominciano le indagini, e scoprono una rete di intrighi che coinvolge la morte di una terza ragazza, deceduta dopo aver provato la medesima droga.
Nel frattempo, però, Kennex continua ad assumere una sostanza che lo aiuta a far riemergere i ricordi del suo scontro con l’Insindacato, causandogli al contempo dei pericolosi flash mnemonici. All’interno di essi vede Anna, la sua ex fidanzata, in realtà un’agente di quella stessa organizzazione criminale che lo ha quasi ucciso…
Anche Perception cade vittima delle scelte infauste della Fox: viene piazzato arbitrariamente come decimo episodio, mentre l’ideatore J.H. Wyman lo aveva concepito come quarto. I molti riferimenti alle prime puntate della serie possono suscitare un effetto straniante sugli spettatori, ormai abituati a seguire una successione di trame verticali autoconclusive, ma fa piacere ritrovare alcuni elementi (in particolare l’ossessione di Kennex per i suoi ricordi) che sembravano andati perduti. La gestione della trama orizzontale, proprio a causa di questo caos nella programmazione, appare alquanto confusa, ma i prossimi tre episodi – gli ultimi della prima stagione – dovrebbero tirare le fila del discorso, chiarendo qualche particolare oscuro circa la minaccia dell’Insindacato, e magari anche rivelandoci perché John fosse tenuto sotto stretta sorveglianza da questa enigmatica organizzazione (come si scopre al termine della puntata).
Per il resto, Perception reca il marchio della sua sceneggiatrice, Sarah Goldfinger: niente azione ma pura investigazione, com’era lecito aspettarsi da una veterana di C.S.I.. Goldfinger immagina la deriva futuristico-distopica di una società che incoraggia la competizione a ogni livello, e attinge a Gattaca per stabilire un’ideale scala gerarchica fra i “naturali” e i “potenziati”, laddove questi ultimi sono stati modificati geneticamente prima della nascita per sfoggiare abilità e talenti superiori alla norma. Come al solito, si tratta di un efficace impianto da police procedural trasposto nella fantascienza, con tutte le libertà – sia visive sia narrative – del caso; peccato però che il rapporto fra John e Dorian passi in secondo piano, anche perché la sceneggiatrice si concentra di più sul lato puramente investigativo.
Da notare che alla regia dell’episodio c’è Mimi Leder, la stessa di The Peacemaker e Deep Impact: nella seconda metà degli anni Novanta sembrava lanciata verso una proficua carriera hollywoodiana, ma con il nuovo millennio le sue regie cinematografiche si sono diradate, portandola a concentrarsi sugli impegni del piccolo schermo.
La citazione: «Quando vivi circondato da individui perfetti, impari ad amare la bellezza dell’imperfezione.»
Ho apprezzato: i riferimenti a Gattaca; Mimi Leder alla regia.
Non ho apprezzato: la scarsa interazione tra John e Dorian.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Almost Human sul nostro Episode39 a questo LINK.