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Agents of S.H.I.E.L.D., la recensione del 13° episodio: T.R.A.C.K.S.

Pubblicato il 06 febbraio 2014 di Lorenzo Pedrazzi

Il tredicesimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. costituisce un punto di svolta per questa prima stagione: assistiamo infatti all’esordio di Deathlok!

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.

L’Agente Coulson e la sua squadra sono in missione su territorio italiano per rintracciare una misteriosa valigetta che viaggia in treno da Verona a Zagabria, trasportata per conto del crudele miliardario – nonché alleato del Progetto CentipedeIan Quinn. Sotto copertura, gli agenti salgono sul treno, ma ben presto scoprono che il loro arrivo era atteso da tempo: inseguiti dalle guardie di sicurezza, sono costretti a dividersi, ma il Chiaroveggente sembra sempre un passo davanti a loro…

Premessa doverosa: gli americani, ogni volta che ambientano un film o una serie televisiva in Italia, scivolano puntualmente nel ridicolo involontario, almeno davanti ai nostri occhi. Fra un improbabile treno che sembra uscito da una cartolina vintage, targhe sbagliate e accenti inverosimili, la ricostruzione è davvero pietosa. Ma la colpa, sia chiaro, è anche dell’immagine che spesso restituiamo all’estero…
Detto questo, meglio ignorare l’ambientazione e concentrarsi sulla storia: T.R.A.C.K.S. è l’episodio più originale visto finora, almeno a livello di struttura narrativa. Gli sceneggiatori optano infatti per una narrazione non lineare, poiché nei primi tre quarti dell’episodio il medesimo segmento temporale viene ripetuto più volte, ma sempre cambiando il punto di vista, e il quadro completo della situazione diventa chiaro solo dopo aver esplorato le prospettive di tutti i personaggi. Una soluzione alquanto insolita per Agents of S.H.I.E.L.D., che solitamente adotta una forma di racconto più tradizionale. Il risultato è molto buono, e ci fa dimenticare l’ormai quasi consueta assenza di supereroi e superpoteri… almeno fino all’ultimo atto.

Esaurita l’alternanza dei punti di vista, durante la quale ci siamo goduti un discreto mix di azione e ironia (con un paio di riferimenti all’universo Marvel: Coulson cita addirittura Emil Blonsky alias Abomionio), accade infatti ciò che tutti i fan aspettavano: Skye trova il corpo di Michael Peterson prigioniero di una camera iperbarica, sfigurato e con la gamba destra amputata, salvo poi scoprire che il carico misterioso di Ian Quinn altro non era che una gamba bionica fabbricata apposta per Michael. Nasce quindi Deathlok, il celebre antieroe dei fumetti Marvel, creato da Rich Buckler e Doug Moench su Astonishing Tales 25, pubblicato nell’agosto del 1974. Per il momento è sotto il controllo del Chiaroveggente, ma potete star certi che, quando riuscirà a liberarsene, potrà diventare il vigilante cyborg che tutti i fan attendono.

L’episodio si conclude però con un momento molto grave per la squadra: Skye è stata ferita mortalmente da Quinn, e rischia la vita. Curioso che l’abbiano trasferita sull’aereo, invece di portarla immediatamente in ospedale, come sarebbe stato più logico fare. Beh, anche trasportare in treno un oggetto così importante come la gamba bionica di Deathlok non sembra la scelta più sensata, ma questo genere di forzature sono molto (troppo) diffuse nelle serie televisive di genere fantastico. La sospensione d’incredulità è messa a dura prova.

La citazione: «Ward, se davvero si tratta solo di sesso, dovresti sentirti più a tuo agio a usare quella parola.»

Ho apprezzato: la struttura narrativa non lineare; Coulson che minaccia Ward di mandarlo a far la guardia alla prigione criogenica di Blonsky/Abominio in Alaska; la genesi di Deathlok; il cameo di Stan Lee.

Non ho apprezzato: la ricostruzione dell’ambientazione italiana; le forzature logiche.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di Agents of S.H.I.E.L.D. sul nostro Episode39 a questo LINK.