Ha debuttato su NBC la sit-com About a Boy, ispirata all’omonimo romanzo di Nick Hornby e all’adattamento cinematografico dei fratelli Weitz: vediamo cosa ci riserva l’episodio pilota…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Will (David Walton) è un ragazzo di San Francisco che ha sposato la filosofia del disimpegno: niente famiglia, niente fidanzata, niente lavoro (si guadagna da vivere grazie ai proventi di una canzone natalizia che ha composto anni prima) e soprattutto niente bambini. Quando però incontra Dakota (Leslie Bibb), violoncellista e madre di due bambine, finge di essere a sua volta un genitore single, con il solo scopo di impressionarla e portarsela a letto. L’arrivo di Fiona (Minnie Driver) e di suo figlio Marcus (Benjamin Stockham), appena trasferitisi nella villetta affianco, gioca a suo favore: Will approfitta della presenza del bambino per fingersi suo padre davanti agli occhi di Dakota… ma l’inganno non durerà a lungo.
Sviluppato dal Jason Katims di Roswell e Parenthood, About a Boy non può essere considerato come una vera e propria trasposizione del romanzo di Hornby o del film omonimo del 2002, dai quali ricava soltanto il soggetto e qualche generico sviluppo narrativo, evitando al contempo di soffermarsi sulle sfumature più drammatiche: la depressione di Fiona viene sostanzialmente messa in ridicolo, e i toni scanzonati, da commedia pura, si adattano al formato tipico delle sit-com (venti minuti di durata).
Non c’è dubbio che la sceneggiatura sia vivace, e che i tempi comici siano ben gestiti, ma questo episodio pilota sembra concentrare troppa sostanza in poco spazio, accelerando gli snodi del racconto per “liberarsi” dal giogo del romanzo e imboccare una strada autonoma, fondata essenzialmente sul contrasto fra l’allegra vacuità di Will e lo spirito hippie di Fiona, mentre Marcus si destreggia tra i due fuochi. Tutto resta però sulla superficie della commedia, e lo stesso Will (interpretato dall’efficace David Walton, ex fidanzato di Jess in New Girl) ne risulta lievemente banalizzato: il processo che lo conduce a entrare in empatia con Marcus è troppo repentino, mentre la sua proverbiale nullafacenza viene offuscata dai suoi passati successi musicali, dato che è stato lui (e non suo padre, come nel romanzo) a comporre la canzoncina natalizia che gli permette di vivere di rendita. Al contempo, però, è ben percepibile uno dei concetti basilari della storia: alla salute mentale di Marcus giova di più la superficialità di Will, con il suo approccio spensierato e gaudente, piuttosto che i sani ma soffocanti princìpi di Fiona, troppo immersa nella sua dimensione utopistica per aiutare il figlio ad affrontare le insidie della vita sociale.
Intelligente la scelta di ambientare il tutto a San Francisco, la più europea delle città americane, crocevia multiculturale che emana fascino in ogni inquadratura. Vedremo come procederà la serie nei prossimi episodi: senza dubbio ha il potenziale per imporsi come uno show divertente (e il pilota lo dimostra), anche se il soggetto permetterebbe agli autori di osare qualcosa di più.
La citazione: «A Marcus piace la carne. L’adora, è un carnivoro. Non ti piacerebbe schiantarti con un aereo sulle Ande, se anche Marcus fosse a bordo!»
Ho apprezzato: la sceneggiatura vivace; l’ambientazione di San Francisco.
Non ho apprezzato: la sottovalutazione dei risvolti drammatici in luogo del puro spirito da sit-com.
Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di About a Boy sul nostro Episode39 a questo LINK.