Oggi è il 10° anniversario di Facebook
Finora è stato un viaggio incredibile e sono così grato di averne fatto parte. È raro riuscire ad entrare in contatto con la vita di così tante persone, quello che cerco sempre di ricordarmi è che devo dare il meglio di me stesso ogni giorno per avere il migliore impatto possibile.
La gente mi chiede spesso se ero già consapevole dell’impatto che avrebbe avuto Facebook il giorno in cui l’ho creato. Assolutamente no.
Inizia così il messaggio che Mark Zuckerberg ha pubblicato in occasione del compleanno di Facebook. Il principale social network dell’era contemporanea – quello che, per intenderci, o ce l’hai o sei tagliato fuori da qualsiasi cosa – compie 10 anni e nel corso di questo tempo ha influito in maniera determinate sul modo di concepire il mondo che ci circonda.
Difficile dire se questo sia un bene o un male, o se la deriva virtuale che stiamo vivendo ci condurrà verso scenari inquietanti come quelli descritti in Her, il film candidato all’Oscar diretto da Spike Jonze, o in serie televisive come Black Mirror. Resta il fatto che quello nato nel 1994 come un “semplice” sito, il cui fine era connettere tra di loro gli studenti di Harvard (storia raccontata nel bellissimo film di David Fincher The Social Network), ha raggiunto livelli impensabili, modificando radicalmente il concetto di interazione sociale.
La cosa è riscontrabile anche dal punto di vista cinematografico: ormai ogni produzione, anche la più piccola, ha una sua pagina ufficiale, e così ogni attore, regista o sito dedicato al mondo della settima arte (anche ScreenWEEK, ovviamente, ne ha una). C’è di buono che, mai come oggi, l’informazione è stata così veloce e paritaria. È possibile avere un vero e proprio rapporto con la propria star preferita, vivere in diretta la sua contemporaneità con la consapevolezza che, difficilmente, ci troveremo mai di fronte a lui.
Questo ha abbassato un bel po’ di barriere, ma ha anche compromesso irrimediabilmente il cosiddetto effetto sorpresa. Recentemente vi abbiamo parlato di quanto successo nel 2006 a Times Square, quando per il lancio promozionale di Spider-Man 3, il terzo capitolo della trilogia diretta da Sam Raimi, il meno fortunato, la Sony Pictures decise di attuare una strategia di marketing rivoluzionaria, visto il periodo e la scarsa influenza dei social network nella quotidianità (qui trovate maggiori informazioni). Oggi una cosa del genere non sarebbe più possibile, ed è un vero peccato.
Anche la cosiddetta critica cinematografica è cambiata e più in generale il modo di fare informazione. Si sono ridimensionati gli standard e, complice anche l’avanzare di Twitter, si sono radicalmente ristretti i margini di comunicazione. È necessario dire tutto con pochissime parole. È necessario essere i primi. È necessario avere uno spazio con cui confrontarsi, un territorio neutro dove ognuno può dire la sua, assumendosi le proprie responsabilità.
Eppure c’è chi è pronto a giurare che, tra qualche anno, tutto questo finirà. Avrete sicuramente letto le predizioni riguardanti la morte di Facebook, che dovrebbe avvenire nel 2020. Quel giorno ci rivedremo su queste pagine virtuali, per festeggiare l’ennesimo compleanno o ricordare quel sito che ha cambiato in maniera indelebile il nostro modo di stare al mondo.