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The Leftovers – Parla Damon Lindelof ‘Sarà il figlio gravemente trascurato di Lost e di Friday Night Lights’

Pubblicato il 09 gennaio 2014 di Marlen Vazzoler

Damon Lindelof ammette in un’intervista a EW che dopo la conclusione di Lost non aveva la benché minima idea se sarebbe riuscito a realizzare un altro show televisivo, perché:

“’Ero così terrorizzato che potesse essere molto inferiore a Lost’ e non conoscevo nessun modo elegante per articolare questa idea… Sono andato via nel mondo dei film privo di un forte attaccamento nel voler fare o meno, di nuovo la televisione. Sono abbastanza monogamo quando sto lavorando su un progetto qualsiasi, così ho trascorso un anno di lavoro su Prometheus e nient’altro e poi sono passato a un anno di lavoro su Star Trek: Into Darkness. E poi stavo leggendo The New York Times Book Review – che è il modo in cui faccio finta di leggere libri; leggo le recensioni dei libri e poi posso chiaramente far finta di averli letti – e Stephen King ha scritto una recensione di The Leftovers, che ha descritto come il miglior episodio di Ai confini della realtà che non è mai stato girato.
Ero un fan di Perotta. Ho letto Little Children e The Abstinence Teacher e solo sulla sola premessa [di The Leftovers], sono stato completamente e totalmente affascinato da questa idea. Sono corso e ho preso immediatamente il libro e ho letto forse 50 pagine prima di decidere: questo dovrebbe essere uno show televisivo e ho bisogno di collaborare con Tom (che è produttore esecutivo e co-sceneggiatore del pilot con Lindelof) su quello show. Ci è voluto un anno per far si che le cose si sistemassero, ma non ho mai avuto alcun dubbio come, ‘Questo dovrebbe essere il mio prossimo progetto?’. È stato amore a prima vista”.

L’incipit del libro lo conosciamo, la storia è ambientata tre anni dopo la sparizione improvvisa di 140 milioni di persone nel mondo. In ogni episodio, spiega Lindelof, c’è questa idea che questo evento potrebbe essere la beatitudine.

“Ci potrebbe essere qualche spiegazione scientifica ancora indeterminata, ma è comunque qualcosa di miracoloso”.

La storia si svolge nel periodo successivo a questo evento, la popolazione non fa altro che parlare di questo. Tre anni dopo, la gente è riuscita a tornare a vivere la propria vita o ha deciso che non può più continuare a vivere come prima.

“Ma lo show non presenterà dei fenomeni soprannaturali. Non guarderete il cielo e vedrete dei draghi come se foste in Game of Thrones. Mulder e Scully non compariranno e non busseranno alle porte. Ma questa idea dell’elefante nella stanza sulle sparizioni informa tutti di quello che sta accadendo in questo show, e ho sentito che quella era una cosa abbastanza unica che non avevo davvero mai visto prima in televisione”.

Per Lindelof il tono dello show potrebbe essere paragonato al figlio gravemente trascurato di Lost e Friday Night Lights, da una parte è una serie drammatica corale ma il nucleo di tutti questi personaggi è Kevin Garney, basato sulla vecchia idea dello sceriffo della città che deve mantenere l’ordine in un mondo sull’orlo del caos.

“Questo sarà il suo punto di partenza. Ma c’è più di una sfumatura in questo, e non abbiamo alcun desiderio di fare quello che noi chiamiamo le tradizionali storie di poliziotti. Sono un po’ di più delle storie vecchia scuola sugli sceriffi, come Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco, in cui non lo vedi fare il lavoro dello sceriffo, ma è colui che tutti cercano per risolvere un grande problema, e tutto questo mette questa tremenda pressione su di lui ed è una cosa davvero drammatica da guardare. Soprattutto perché sta cominciando ad andare a pezzi, proprio come tutti gli altri, ma non permettersi di farlo vedere”.

Come nei Simpson, Lindelof vuole che gli extra in The Leftovers non siano dei semplici extra. Anche se hanno una frase o due, o sono presenti solo in una scena, in seguito diventeranno prominenti in dei modi inaspettati. Per quanto riguarda invece la durata dello show, Lindelof spiega che hanno già pensato a un finale.

“Se la prima stagione funziona e ci piace, e al pubblico piace – e, soprattutto, piace alla HBO – allora sarà il momento di iniziare ad avere conversazioni su quanto lunga dovrebbe essere questa storia, e tra parentesi vorrei mettere: non così lunga come si potrebbe pensare. Non voglio partire con l’atteggiamento che continueremo a scrivere questo show fino a quando non lo vorremo scrivere più. In particolare, con una premessa come questa, sento che dovrebbe essere una cosa finita. Che cosa significa esattamente è una conversazione che faremo un altro giorno, ma tutti i soggetti coinvolti sono d’accordo con questa idea, creativamente parlando. Non è uno show che può andare avanti per molti, molti, molti anni”.

Fonte EW