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Sylvester Stallone e Robert DeNiro presentano Il Grande Match a Roma: il nostro incontro

Pubblicato il 07 gennaio 2014 di Leotruman

Due leggende del cinema. È l’unico termine che ci viene in mente quando parliamo di Sylvester Stallone e il premio Oscar Robert De Nirosbarcati oggi a Roma per presentare il film che li riunisce a molti anni di distanza da Cop Land di James Mangold.

Si tratta de Il Grande Match, la commedia drammatica in uscita giovedì in 350 sale italiane dopo essere arrivato sui grandi schermi americani a Natale. Entrambi riprendono i panni di un ruolo caro nella loro carriera: quello del pugile. Indimenticabili i loro Rocky e Toro Scatenato, ed eccoli tornare ad indossare i guantoni rispettivamente di Razor e Kid, due ex-atleti che decidono di sfidarsi per la terza ed ultima volta a 30 anni di distanza dal loro ultimo incontro. Chi vincerà il grande match?

Li abbiamo incontrati oggi in conferenza stampa nella Capitale insieme al regista Peter Segal, rilassati ed entrambi in forma smagliante, ed ecco cosa ci hanno raccontato.

Il grande match Sylvester Stallone Robert De Niro Kevin Hart foto dal film 2

Sylvester Stallone, la tua carriera è stata molto varia, tra film drammatici, commedie e azione. Come scegli ora i tuoi film?

Stallone: Ho cominciato girando film drammatici, e poi sono passato principalmente ai film d’azione. Il risultato è stato ottimo per me, eppure man mano che invecchio scelgo sempre più film drammatici, che siano sfide per me. È questa la direzione che sto prendendo. Ho cercato di cambiare e di evolvere la mia carriera man mano che è proseguita. Quando arrivi ad una certa età ci sono limitazioni, più vincoli, perché ci sono ruoli scritti per giovani che non puoi avere. Ora cerco di trovare qualcosa di emotivo, che incroci quello che ho fatto fino ad ora. Sono un attore migliore, con 30 anni di esperienza sulle spalle: cerco cose che mi toccano principalmente da un punto di vista emotivo.

Il risultato del film è molto convincente e buona parte del merito è dovuta proprio alla vostra presenza, in quanto Stallone e DeNiro…

Stallone: Sì, in effetti abbiamo portato molto del nostro bagaglio, della nostra storia. È una bella combinazione, e i nostri personaggi si incontrano dopo 25 anni. È un incontro che nella vita reale io vorrei vedere. Non si esprimono forse al meglio durante il combattimento, ma è molto interessante. È qualcosa che non si verificherà mai più, qualcosa di unico.

De Niro: Ci siamo detti “Proviamoci, divertiamoci!”. Il sottotesto sappiamo qual è, ed è stato molto semplice portarlo in scena grazie alle nostre esperienze passate.

Quanto c’è di Rocky in Razor, e quanto c’è di Toro Scatenato in Kid? Perché la boxe sullo schermo funziona più di altri sport?

Stallone: Un po’ ce n’è sicuramente. Non ha gli stessi problemi di Rocky, sono personaggi molto diversi, però in particolare la meccanica fisica è simile e così la voce, che è la mia e sapete che è molto profonda. Per quanto riguarda la boxe, è più di due uomini che si protendono a cazzotti in faccia, c’è molto altro. Rocky era principalmente una storia amore. Ma in particolare la boxe è simbolica della battaglia che ogni uomo conduce dal giorno in cui nasce fino alla morte. È facile per il pubblico capire quello che sta accadendo e la posta in gioco.

De Niro: Ci sono alcune cose che da un punto di vista fisico ricordano Toro Scatenato, ma altre diverse… Sicuramente potrete notare alcune somiglianze. Sono d’accordo con Sylvester riguardo alla boxe e condivido tutti: è qualcosa di mitologico.

In che misura siete stati rivali anni fa e ora quanto è cambiato il vostro rapporto?

Stallone: Ero geloso! Mi ha portato via tutti i ruoli che puntavo! La cosa molto interessante è che siamo partiti allo stesso tempo. Rocky era in un cinema e e a fianco c’era Taxi Driver. Lui poi ha fatto la sua carriera, con svolte molto drammatiche e ruoli incredibili. Una carriera molto diversa, ma sono stato contento poi di incontrarlo per la prima volta in Cop Land. Ora siamo stati pronti per incontrarci nuovamente e abbiamo avuto tempo per recuperare il tempo perduto.

De Niro: È vero, lui era Rocky mentre io giravo New York New York. Come ho detto si invecchia, ma non siamo mai stati rivali. Abbiamo molte cose in comune è vero, ci divertiamo. Quando invecchi ti rendi conto che certe cose diventano meno importanti, questo è sicuro. La vita passa rapida e bisogna prendersela come viene, un po’ più alla leggera…

Cosa comporta avere due leggende così sul proprio set? 

Segal: È stato una cosa che mi ha fatto sentire intimidito. Essere sul set con questi attori, queste due leggende, anche perché registi entrambi in particolare Sylvester. Entrambi sono molto carini con me e nel tempo passato insieme. Tra l’altro non potevano allenarsi sullo stesso ring allo stesso tempo, quindi ho lavorato inizialmente con loro in tempi e  luoghi diversi: a Beverly Hills con Stallone e poi a New York con De Niro. È stato come allenare Fred e Ginger a ballare a distanza per poi farli incontrare. Sly mi ha insegnato molto, in particolare dal punto di vista della boxe.

Come guardate al tempo che passa, inesorabilmente anche per le star?

Stallone: Per quello che mi riguarda alcuni film devono affrontare il tema età. Il momento in cui arrivi a capire com’è la vita è… quando è quasi finita! Ti dici “Perché non l’ho capita allora?”. Hai la saggezza, ma è passato troppo tempo e non la puoi più applicare.

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La prima reazione quando vi hanno proposto film? 

De Niro: Durante una festa mi hanno raccontato l’idea. Avevo incontrato Peter un paio di anni fa, gli ho detto di mandami sceneggiatura e poi ci siamo incontrati per parlarne. La prima persona che ti viene in mente è ovviamente Sly, ma all’epoca sembrava non potesse girarlo. Poi invece ha accettato ed eccoci qui.

Vedremo mai Rocky 7?

Stallone: No, Rocky 7 no. È una saga finita. chiusa. Parlavano di spin-off, ma non sarà appunto Rocky 7. Il pugile avrà un ruolo da non protagonista, speriamo di girare a febbraio.

Ndr: Ryan Coogler è stato scelto dalla MGM per dirigere il film Creed che racconta la storia del nipote di Apollo Creed (Carl Weathers), il pugile battuto da Rocky Balboa in Rocky II. Michael B. Jordan sarà il protagonista mentre è confermata la presenza di Sylvester Stallone nei panni di Rocky Balboa, ora un combattente ritirato diventato allenatore.

Chi è stato il migliore combattente sul set?

Stallone: A volte ero più veloce io, altre volte lui. Dipendeva da chi aveva dormito di più…

De Niro:  Lui è senza dubbio un miglior pugile, grazie a Rocky. Io ho seguito ogni suo insegnamento: è stato molto prezioso, così come il nostro allenatore, che è stato fantastico.

All’interno del film si alternano momenti drammatici e di commedia. Nel montaggio finale come si è deciso il lato predominante?

Segal: È stata una sfida interessante utilizzare entrambi i due registri, dramma e commedia. Il tono è stato deciso in sala di montaggio e mi sono accorto che l’umorismo del film non sarebbe stato così valido se non ci fosse stato anche il dramma.

Il grande match Robert De Niro Jon E. Bernthal foto dal film 1

Il film parla di seconde chance. Nelle vostre carriere, vite ricche di successi e periodi negatici, avete avuto una vostra seconda chance?

Stallone: È vero, ho avuto alti e bassi. La mia seconda chance io l’ho avuta nel 2006 con Rocky Balboa. L’esperienza di lavorare in questo campo è preziosa. Si dice che un artista nella sua vita muoia due volte, e la seconda è molto più semplice. Non vuoi smettere di recitare. Il sogno è tornare indietro, risolvere, cambiare qualcosa che è stato fatto male, proprio come ne Il Grande Match. Abbiamo vissuto vite piene, e avuto il piacere di poter emozionare ed emozionarci.

De Niro: Invecchiando non ti daranno mai gli stessi ruoli, però ti senti importante. Siamo fortunati, abbiamo un pubblico che ancora ci segue. Anche i giovani ci continuano a seguire. Sono stato fortunato: ho avuto tanto successo, e se ho rimpianti e rimorsi, sono molto personali e non citabili.

Il finale è stato girato davanti a centinaia di comparse. Come avete fatto per impedirne la diffusione sul web?

Segal: Volevamo lasciarci la scelta in sala montaggio, realizzando un finale diverso, ma poi è arrivata un’altra ragione che ci ha portato a filmare diversi finale: c’erano appunto troppe comparse nella scena del combattimento. Ne abbiamo realizzati uno in cui pareggiavano, uno in cui vinceva Razor e uno con Kid. C’è chi su Twitter per errore ha diffuso la notizia che i personaggi morivano, in ogni caso non è stato semplice mantenere il segreto.

Ci sono cose che avete imparato a vicenda, l’uno dall’altro?

De Niro: Ho imparato tutto quello che conosco ora sulla boxe.

Stallone: Noi abbiamo caratteri molto diversi. Lui è molto calmo, ma riesce ad esplodere dopo la partenza delle riprese. Io invece sono sempre a mille, e quindi più esausto quando iniziano riprese. Ho imparato da Robert ad esser e più calmo, a saper risparmiare le energie per dare il massimo sul set.

Nel cast di questa pellicola troviamo anche Kevin Hart (Think Like a Man) nel ruolo di Dante Slate Jr.; il premio Oscar® Alan Arkin in quello del vecchio allenatore di Razor, Louis “Lightning” Conlo; il premio Oscar® Kim Basinger (L.A. Confidential) in quello di Sally Rose, che un tempo era la donna amata da Razor; Jon Bernthal (The Walking Dead ) nel ruolo di BJ, il trainer di The Kid.

Il Grande Match farà il suo ingresso nelle sale italiane il 9 Gennaio 2014. A questo link trovate la pagina Facebook ufficiale.