Per gli appassionati di cinema d’autore, dei film indipendenti, dei grandi classici del passato ma anche di quei titoli spesso al confine tra documentario e video-arte passati solo dai circuiti dei festival e poi irrecuperabili, MUBI è una piccola scatola magica da cui pescare ogni giorno. Se a livello internazionale, questo portale di streaming è un punto di rifermento importante per i cinefili ed è riuscito a costruire una vera e propria community online, in Italia la piattaforma è stata rilanciata lo scorso settembre con una nuova struttura di fruizione: al costo di 4,99 euro al mese (ma ci sono anche formule di abbonamento più convenienti per periodi più prolungati) l’utente ha accesso a 30 film al mese, con un nuovo titolo che ogni giorno va a sostituire quello più datato.
In questo periodo, inoltre, se invitati da un amico già iscritto a MUBI, è possibile provare il servizio gratuitamente per 1 mese. Bene, noi è ormai un paio di settimane che ci siamo buttati guardando diversi dei film in catalogo; oggi abbiamo visto The Whole Shootin’ Match. Ossia un titolo imprescindibile nel cinema indipendente: diretto da Eagle Pennell nel 1978, leggenda vuole che questo il film convinse Robert Redford a fondare il Sundance Film Festival.
Il suo regista Eagle Pennell è morto a soli 49 anni e ha firmato nella sua breve carriera 4 film, 1 documentario e un corto diventando un’icona del cinema indie. The Whole Shootin’ Match è stato il suo primo lungometraggio e, anche se è ignoto ai più (perfino sul web le informazioni su quest’opera sono davvero esigue), si tratta di una pellicola importante a livello di linguaggio per la storia del cinema a basso budget e alternativo. Oltre infatti alla folgorazione che ebbe su Redford tanto da essere accreditato come fonte d’ispirazione per il suo Festival, fu inoltre il film che convinse Richard Linklater (Prima dell’alba) a diventare regista.
Protagonisti sono Loyd e Frank, due uomini ai margini e con un’ineluttabile abitudine a bere. Ad Austin, Texas, l’alcol sembra d’altro canto essere l’unico mezzo per trascinare le proprie esistenze e continuare a vivere una vita che sembra riservare solo frustrazioni. Se l’alcol serve ad anestetizzare la loro malinconia profonda, i due uomini cercano altresì un rapidoriscatto cercando di mettersi in affari che, secondo loro, dovrebbero arricchirli velocemente e senza troppa fatica. Da allevamenti di rane, a forniture di poliuretano per case di hippie ricchi, la coppia di amici cerca il guadagno istantaneo finendo in realtà per sperperare anche i propri pochi risparmi… L’ultima “strepitosa” inevnzione di Loyd è il “Kitchen Wizard”, una sorta di scopa magica in grado anche di lucidare e pulire: riusciranno anche a brevettare quest’oggetto, ma poi…
Sospeso tra una dolce malinconia e una sottile ironia, con due strepitosi attori (Lou Perry e Sonny Davis) che danno vita a due perfetti antieroi, The Whole Shootin’ Match è stato considerato come il film che abbia meglio colto lo spirito delle classi popolari e operai del Texas.
QUI in streaming su MUBI. Nei giorni scorsi, invece, siamo andati a guardare:
• Quell’incerto sentimento di Lubitsch
• Il monello di Chaplin
• Carcasses di Denis Côté
• Queen of Diamonds di Nina Menkes
• La corazzata Potemkin di Ejzenštejn
• Faux Contact, cortometraggio francese tra terrorismo e Nintendo
• Detour, il b-movie amato da Scorsese
• Quiet City, del giovane e raffinato Aaron Katz (uno degli autori della corrente del mumblecore)
• Les Demoiselles de Rochefort di Jacque Demy
• The Man Who Slept, cortometraggio di Inès Sedan
• L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov