ScreenWeek dal Giappone.
Uchū Keiji Gyaban, conosciuta in inglese come Space Sheriff Gavan, è stata la prima serie televisiva di quel filone che venne definito Metal Hero Series, telefilm giapponesi appartenenti al genere tokusatsu (effetti speciali) con protagonisti supereroi mascherati, sul genere di Kamen Rider o Power Rangers per intenderci, che ai soliti temi di lotta del bene contro il male e di trasformazione, univa anche un’interesse verso cyborg, androidi e armature metalliche. Del resto stiamo parlando dei primi anni ottanta, la serie prodotta dalla Toei andò in onda dalla primavera del 1982, e gli argomenti e le tematiche che si sarebbero in seguito addensate per formare il cosiddetto cyberpunk erano già nell’aria, di lì a qualche anno sarebbe uscito il fondamentale Neuromante di William Gibson e lo stesso 1982 avrebbe visto l’uscita nelle sale di Blade Runner.
Questa serie che ricordiamo, come le altre del genere tokusatsu, sono rivolte principalmente ad un pubblico di giovanissimi, vedeva come protagonista Gavan, lo Sceriffo Spaziale, membro della Polizia dell’Unione Galattica impegnata a combattere un’organizzazione criminale conosciuta come Makuu, che “naturalmente” vuole conquistare l’universo intero.
Si dice che proprio il design di questo supereroe abbia influenzato Paul Verhoeven, Edward Neumeier e Rob Bottin nella realizzazione di quello di Robocop, in entrambi infatti il colore dell’armatura è argenteo, la forma del casco stesso ha delle notevoli similitudini ed inoltre tutti e due sono dei poliziotti. Qui un divertente confronto: