Maestro di una commedia sempre rivolta al grande pubblico ma mai autolivellata verso il basso e mai pigra fotocopiata di se stessa, con Il capitale umano nelle sale da ieri (qui la nostra recensione), Paolo Virzì ha virato nettamente al thriller. Un audace cambio di atmosfere e di genere ancora più apprezzabile per un autore, appunto, che ha saldamente costruito la sua carriera sull’ironia, con bei successi di pubblico e critica. Un’ironia genuinamente e orgogliosamente popolare, sempre in dialogo col reale e talvolta perfino caustica. Un’ironia che vuole sì piacere a tanti, ma che non per questo costruisce le proprie storie col solo stampino del marketing.
Dal suo debutto con La bella vita (1994) fino al più recente Tutti i santi giorni, Virzì ha dipinto degli affreschi sociologici in cui, per quanto approssimativi, è facile riconoscersi, e divertirsi. Con leggerezza e intelligenza. Vi riproponiamo allora alcune delle più belle commedie del regista livornese.
• Tutti i santi giorni (2012)
Con due bravissimi protagonisti (Luca Marinelli e la cantautrice siciliana Thony), il film è la storia agrodolce e briosa di due trentenni precari nel lavoro e indecisi nei loro sogni ma che rivendicano il proprio diritto a essere, in qualche modo, felici.
Guido e Antonia sono una giovane coppia dai caratteri opposti e dalle giornate scandite da orari al contrario: lui lavora di notte come portiere in un hotel, lei di giorno come impiegata in un autonoleggio. Tanto lui è mite, paziente e coltissimo, tanto lei è irrequieta, permalosa e ignorante. Un amore che sembra indistruttibile, finché il pensiero ostinato di un figlio che non viene non mette in moto conseguenze imprevedibili.
• La prima cosa bella (2010)
Tra presente e passato, la Livorno degli anni Settanta e quella di oggi, si ripercorre la storia di questa mamma generosissima e imperfetta che ha la genuinità, la bellezza e la solarità della brava Micaela Ramazzotti.
• Tutta la vita davanti (2008)
Isabella Ragonese è qui una 24enne laureata con lode in filosofia ma che, non trovando altro lavoro, si ritrova impiegata in un call-center. Con toni decisamente surreali e sopra le righe, Virzì fa ridere con intelligenza dell’assurda realtà di questi “operai degli anni 2000”. Come sempre, un grande cast (oltre alla Ragonese, anche Sabrina Ferilli, Elio Germano, Valerio Mastandrea e Micaela Ramazzotti) diretto al meglio. La battuta più bella: «quella ragazza è strana, è laureata…»
• Ovosodo (1997)
Un affresco tenero ma anche amaro della provincia degli anni Novanta dove l’amicizia da ragazzi sembra poter cancellare le disparità sociali salvo scoprire che non è per niente così. Ambientata nel quartiere popolare di Livorno noto Ovosodo e che dà il titolo al film, la commedia è stata un grande successo di pubblico e critica con il Premio della giuria al Festival di Venezia.
• Ferie d’agosto (1995)
Secondo film per il regista, Virzì racconta gli italiani in vacanza a inizio anni Novanta mettendo in (auto)ironica contrapposizione due gruppi familiari di diverso orientamento politico salvo poi metterne in luce gli stessi disagi e le stesse ambiguità. Se il risultato non è all’altezza di quella commedia all’italiana degli anni ’60 presa come modello, Ferie d’agosto è comunque una storia abbastanza graffiante e divertente con una squadra attoriale azzeccata e ben diretta.