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in G.I. Joe 3 Jon M. Chu vuole avere una narrazione più semplice e più combattimenti creativi

Pubblicato il 04 gennaio 2014 di Marlen Vazzoler

Dopo aver preso una breve pausa per dirigere il film concerto Justin Bieber’s BelieveJon Chu è tornato a lavorare nel mondo dei G.I. Joe con una visione più chiara.

“Sono sicuramente ritornato con più energia. Sono chiaramente tornato pensando ‘Okay, adesso è chiaro. Qui è dove i ragazzi gridano e ridono’”.

Il filmaker ammette di seguire quello che dicono i fan sui vari social media, ma spiega che al contempo ne tiene e non ne tiene conto.

“Mi piace sentirli. Non è mai stato possibile prima. Lavoro con il vantaggio delle informazioni di cui siamo in possesso e dei personaggi che potrei aver dimenticato ma che la gente ama davvero. La maggior parte [dei commenti] serve solo per confermare le cose che penso che contraddistinguano i Joe. Ma non li seguiamo alla lettera. I film sono per un pubblico più grande rispetto agli appassionati di un determinato genere o di alcuni IP.
Ma sicuramente mi piace sentirli, perché è uno sforzo collaborativo. Quando sto facendo qualcosa, è qualcosa su cui ho avuto una visione nella mia infanzia, o adesso, ma potrebbe essere diversa. Posso sempre tornare a ciò che amo, ma se qualcuno ha un’idea migliore, allora sono completamente favorevole”.

Ma cosa possiamo aspettarci da G.I. Joe 3? Seguirà la ‘regola’ che prevede la realizzazione di un sequel sempre più grande del film precedente? Chu spiega che in realtà vuole perseguire una strada diversa, con una storia più semplice.

“Sicuramente non punteremo a farlo più grande visto che abbiamo già fatto qualcosa che era già molto grande l’ultima volta e questo non lo ha necessariamente reso migliore. La stessa cosa con la danza. Quando facciamo delle cose con la danza che ha dei grandi trucchi, quei grandi trucchi sono grandi se sono fatti in moderazione. Quando hai una bella valle, puoi avere una collina con qualcosa impressionante. Ma in termini di Joe, credo che sia più l’essere creativi e il dare al pubblico qualcosa di diverso e nuovo. Abbiamo avuto due G.I. Joes, in due modi molto diversi, e dobbiamo prendere le lezioni che abbiamo imparato con questi due per cercare di fare possibilmente il miglior Joe.
Amo i G.I. Joe perché parlano di eroi. È una narrazione molto classica. Ci sono i cattivi e ci sono gli eroi, e ci sono gli esseri umani in mezzo a tutto questo, e devono fare delle scelte sulla loro vita per diventare degli eroi. Devono sacrificare, devono rischiare se stessi, e combattere per qualcosa. Mi piace che abbia una narrazione classica. Cerco sempre di inserirla e di renderlo più semplice. Non deve essere grande, ma devi avere dei combattimenti più creativi e una narrazione più semplice, in modo da poterti divertire”.

Per quanto riguarda l’abbandono del live action di He-Man, Masters of the universe, il filmaker spiega che lo script ara fantastico e avrebbe amato fare quel progetto, ma c’era un conflitto con i tempi di Joe.

“Non sento di aver adempiuto alla promessa che ho fatto, di portare tutto quello che mi piace dei Joe nello script. Sento che abbiamo fatto un sacco di cose fondamentali. Abbiamo spianato la strada. Abbiamo riportato il film in vita, ma allo stesso tempo, c’è ancora tanto da fare, per renderlo ancora migliore. Ho imparato molto con l’ultimo, e voglio metterlo in pratica e far si che questo sia ancora migliore, far si che dia vita a molti, molti film in futuro, indipendentemente che li faccia io o meno”.

Fonte Collider