Attenzione, contiene spoiler
Finito anche in Italia su Fox, Homeland ha chiuso la sua 3^ stagione con il botto, con un colpo di scena imprevedibile e sconvolgente che ha fatto anche arrabbiare Jennifer Lawrence. Ma nonostante la portata emotiva di questo finale di stagione, non si può certo dire che l’annata, e anche il suo episodio conclusivo, siano state all’altezza della qualità della serie Showtime.
Dopo che Nicholas uccide Akbari, chiede a Carrie di aiutarlo a fuggire. Riescono a raggungere una casa sicura e l’assicurazione, da parte di Saul, di essere portati in salvo, ma per ragioni politiche Brody viene fatto arrestare dal regime iraniano. Riusciranno a liberarlo? Scritto da Alex Gansa e Meredith Stiehm, La stella è un finale di stagione calmo, riflessivo, senza il ritmo torrenziale dell’annata precedente, ma dedicato a cesellare i rapporti tra i due protagonisti, a capire cosa vogliono dal mondo e quale potrà essere il loro posto nella società.
Niente suspense, tranne che durante l’arresto di Brody e le trattative per cercare di portarli in salvo, ma scavo interiore e riflessione dei personaggi e sui personaggi, fino al finale devastante, con Brody impiccato in piazza tra la gioia degli iraniani e il dolore di Carrie che, 4 mesi dopo, decide di dare in affidamento al padre il figlio che aspetta da Brody per andare a Istanbul, a guidare una sezione della CIA. La morte di Brody è uno scossone alla serie notevole – ammesso che sia morto, sebbene non ci siano indizi concreti sulla sua resurrezione (ennesima) – e l’ultima immagine, la stella commemorativa che Carrie disegna a pennarello sul muro della CIA è un bel tocco. Peccato che né l’episodio in sé sia all’altezza della serie, né soprattutto questa stagione.
Concentrare infatti l’attenzione su Carrie, i suoi problemi, il suo rapporto con Brody non ha aiutato la presa emotiva e la tenuta narrativa, e virare nella seconda parte verso il tipico action bellico, senza particolari idee o trovate ha reso Homeland una serie comune, che ha smesso, o sta smettendo di parlare all’oggi come fa notare Claudio Magistrelli, dell’oggi, per raccontare solamente una storia, neppure troppo avvincente. E l’idea di Brody che si lascia uccidere pregando Allah, come se avesse trovato una pace redentoria, toglie spessore al personaggio, anziché dargliene. Ora le prospettive di un reboot, in pratica, di Homeland per la 4^ stagione sono stuzzicanti: ma l’orizzonte pare quello di uno show bellico via cavo come un altro, e non di quell’epica presente che ci aveva affascinato per un paio di anni.
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