Rigoroso e riservato, verrà ricordato come il regista che ha esplorato la provincia del nord-est, quei paesaggi avvolti nelle nebbia che erano anche i luoghi dove era nato. Padovano, Carlo Mazzacurati se ne va oggi, 22 gennaio, morendo, a soli 57 anni dopo una lunga malattia, all’ospedale di Monselice dove era ricoverato.
Dopo l’esordio nel 1987 con Notte italiana prosegue con successo la sua carriera con Un’altra vita (1992) e soprattutto con Il toro (1994): film che lo porta a vincere il Leone d’argento al Festival di Venezia di quell’anno. Tra le sue opere, ricordiamo poi Vesna va veloce (1996) e la bella commedia amara, tra i suoi film più riusciti, La lingua del santo (2000) con Ivano Marescotti, Fabrizio Bentivoglio, Isabella Ferrari, Antonio Albanese. È stato anche sceneggiatore (per Salvatore, ad esempio, ha scritto Marrakech Express) e talvolta si è divertito a recitare come in alcune pellicole di Nanni Moretti (Palombella rossa, Caro diario, Il Caimano).
Il suo ultimo e recentissimo film è La sedia della felicità: rocambolesco e ironico racconto con protagonisti Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston che è stato presentato all’ultimo Festival di Torino e che uscirà nei cinema ad aprile. Andarlo a vedere sarà l’ultimo modo per salutarlo.