Dopo che rivalità e inimicizie si tramutate – per ora – in alleanze, American Horror Story: Coven realizza un undicesimo episodio, terzultimo della stagione, che all’apparenza sembra di passaggio, in cui le acque si devono calmare, i personaggi capire cosa succede e lo spettatore riprendere il filo per il finale. Eppure Protect the Coven piazza quei colpi a effetto che rendono la stagione migliore della precedente e forse la migliore in assoluto.
Al funerale di Nan si presentano anche Queenie con Madame LaLaurie trascinata al guinzaglio. La ragazza è riuscita a sopravvivere all’attacco del marito di Cordelia e al tempo stesso ha ‘riaggiustato’ Delphine, che è costretta a seguirla come un cane. Mentre Marie e Fiona pianificano l’attacco finale ai cacciatori di streghe, Cordelia prende una decisione estrema e coraggiosa, mentre Myrtle impone a Zoe di fuggire insieme a Kyle. Scritto da Jennifer Salt e diretto da Bradley Buecker, Protect the Coven è il simbolo della follia, dell’eccesso come unico principio estetico di Murphy: a 3 puntate dalla fine, chiudere i conti e le storyline all’apparenza più avvincenti, ribaltare ogni prospettiva e decidere di fare un salto nel vuoto non sapendo cosa raccontare (forse).
Se già l’episodio precedente era spiazzante, Protect the Coven lo è all’ennesima e chi si aspettava una puntata transitoria – cosa che sembra essere per due terzi – viene smentito: fin dal prologo, che sottolinea come il filo conduttore è la rediviva Delphine (che come nel 1830 deve ricostruirsi una vita a Parigi, anche nella vita da risorta a New Orleans trova come appiglio la tortura dei neri), l’episodio sembra voler suggerire una calma apparente, un’immobilità che richiama la condizione delle streghe divise al loro interno e assediate all’esterno, per poi esplodere. E così dopo circa mezz’ora in cui seguiamo, tra soggettive e voci over, Kathy Bates che declama l’ostilità del suo personaggio alla congrega, Salt e Buecker fanno esplodere il delirio: Cordelia si cava gli occhi per proteggere la streghe dalla propria cecità, Delphine spunta dita dei piedi coperta da Spalding, Fiona e Marie fanno a pezzi la Corporazione grazie all’accetta di The Axeman.
Un episodio schizofrenico, che sembra voler giocare continuamente all’accumulo o a puntare più in alto, ma lo fa con una coscienza del racconto e una compattezza che mancavano in Asylum, stagione che inoltre non aveva la messe di magnifiche attrici che ha Coven: Frances Conroy è favolosa e senza citare di nuovo il duo Bates-Lange, che dire della strepitosa Angela Bassett? E poi il vero pregio della stagione è quello di lasciare davvero il pubblico a bocca aperta: cosa può accadere fatta fuori la corporazione? E cosa ne sarà della congrega ora che per loro è partita la guerra interna alla nuova suprema? Per averne un’idea ecco il promo del prossimo episodio.
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