Spesso tendiamo ad identificare gli attori con i personaggi che interpretano sul grande schermo. Alcune volte è così, altre ovviamente no. Lo si nota subito nel momento in cui ci si trova di fronte a loro per un’intervista. Noi di ScreenWEEK.it abbiamo però deciso di fantasticare, provando ad immaginare cosa potrebbe succedere se i protagonisti dei film dovessero prendere vita e, appunto, rilasciare interviste!
Ogni volta che nel web si sente parlare di remake, c’è gente pronta ad alzarsi per gridare allo scandalo. Diciamolo chiaramente: non è certo piacevole quando vengono toccati i nostri cult movie preferiti, e la maggior parte delle operazioni simili che abbiamo incontrato nel corso degli anni non hanno certo contribuito a far diminuire la nostra diffidenza.
Ma cosa ne pensano i protagonisti dei film in questione, come ad esempio RoboCop? Sapete perfettamente che il prossimo anno arriverà in sala il remake/reboot dell’omonima pellicola diretta nel 1987 da Paul Verhoeven. Ebbene, grazie ai potentissimi mezzi di ScreenWEEK il sottoscritto è riuscito ad intervistare l’originale poliziotto robot, il primo a pronunciare le parole “Vivo o morto, tu vieni con me!”.
Trovarlo è stato molto difficile, dato che si tratta di un prototipo risalente agli anni ’80. I tempi di gloria sono finiti, soprattutto ora che la OCP ha messo a punto un nuovo modello più moderno e scattante ed è pronta per immetterlo sul mercato. Il vecchio Alex “RoboCop” Murphy è ormai un nonnetto, questo non vuol dire che l’hanno rottamato, ma quasi, dato che fa il metronotte in una zona residenziale di Detroit. Una cosa decisamente triste, soprattutto per chi come me è cresciuto con il suo mito.
C’è di buono che il nostro eroe non è cambiato poi molto: il tempo è passato e la sua corazza non è più lucida come prima, l’andamento è sempre lento e inesorabile, ma il senso di potenza che trasmette è rimasto invariato.
Ciao RoboCop, prima di tutto grazie per averci concesso quest’intervista…
Prego.
È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ti abbiamo visto sul grande schermo, cos’è cambiato?
Non molto. I miei obiettivi primari sono sempre gli stessi:
1) servire la collettività
2) proteggere gli innocenti
3) far rispettare la legge.
Ora però ti hanno declassato…
Succede. Viviamo in un mondo in continua evoluzione. Alla fine io non sono altro che una macchina [N.d.R. nel dire questa frase ha un attimo di esitazione] e ho fatto il mio tempo.
Sai che la OCP è pronta per immettere sul mercato un nuovo modello?
Sì.
Cosa ne pensi?
Se questa cosa può servire per proseguire e migliorare il mio operato, non può che farmi piacere.
La gente si è dimostrata solidale nei tuoi confronti?
Moltissimo, soprattutto negli ultimi tempi. Mi fermano per strada e continuano a ripetermi che io per loro sarò sempre l’unico e solo RoboCop. Ogni volta che me lo dicono provo qualcosa, non posso dire con certezza che si tratti di gioia, ma ho ancora un ricordo vago di quel sentimento e gli si avvicina molto.
Ma la OCP come si sta comportando?
Secondo i miei colleghi umani male. Dicono che mi stanno trattando come un ferro vecchio. Io non me ne rendo conto. Ho solo le mie direttive.
Se può farti piacere, anche per me rimani l’unico. Sono un po’ curioso di vedere questo nuovo prototipo, è vero, ma tu per me sei il solo è unico RoboCop.
Chiamami Murphy!