ScreenWeek dal Giappone.
Keanu Reeves ha rilasciato un’intervista al popolare sito giapponese Kotaku in cui, fra le altre cose, ha spiegato al pubblico nipponico che una delle ragioni principali per cui ha accettato di prender parte a 47 Ronin è stato il suo interesse verso le storie che hanno come tema principale il senso dell’onore, l’attore americano ha inoltre dichiarato di apprezzare i film che raccontano di un viaggio per riconquistare qualcosa di perduto e non da ultimo ha confessato il suo amore verso i film di samurai. Alla domanda del giornalista su quale fosse il suo film di samurai preferito Reeves ha risposto che, visto il suo grande rispetto verso Sanada Hiroyuki con cui recits in 47 Ronin, ama molto The Twilight Samurai, film del 2002 diretto da Yamada Yōji e con protagonista lo stesso Sanada. Alla domanda su come sia stato lavorare per la prima volta con il regista Carl Rinsch, Reeves ha detto di averlo conosciuto ed apprezzato grazie al suo corto del 2010, The Gift.
Per quanto riguarda il film in questione l’attore americano ha dichiarato che 47 Ronin è un fantasy basato su fatti realmente accaduti ma che omaggia naturalmente anche molta parte della cultura giapponese come ad esempio l’apparizione dei due animali fantastici tradizionali, Kirin e Orochi, assai presenti nelle leggende folkloristiche nipponiche. Interessante è stato poi venire a conoscenza del fatto che per l’ottanta per cento delle scene girate, Reeves abbia recitato in giapponese, sempre seguito dal suo maestro di lingua che lo guidava e consigliava, lo stesso attore si augura, se il regista lo riterrà opportuno, di vedere un giorno la versione in cui lui recita in giapponese giapponese.
Riguardo poi al suo rapporto con il folto numero di attori giapponesi con cui ha lavorato durante la realizzazione del lungometraggio, Reeves ha detto di aver conosciuto Asano Tadanobu per le sue interpretazioni in Zatoichi e Mongol, Kikuchi Rinko in Babel e Sanada per The Twilight Samurai e L’Ultimo Samurai. Asano e Sanada con cui Reeves sarebbe molto felice di poter lavorare di nuovo, magari ancora in un ruolo di samurai, anche diverso da quello interpretato in questo lungometraggio.
Alla domanda su come si sia preparato per interpretare uno straniero che vive in una cultura diversa dalla sua come quella giapponese, l’attore americano ha raccontato che nel 1991 andò a Tokyo per la prima volta per Point Break e che l’idea del Giappone che si fece in quell’esperienza era molto diversa da quella che ha ora dopo molti anni, durante quel viaggio si sentì molto straniero, allo stesso tempo però, scorrendo in lui del sangue asiatico, ricordiamo che la nonna di Reeves è cinese, sentì anche un forte legame col Giappone. In 47 Ronin per il personaggio che ha interpretato, Reeves ha detto di aver usato le sensazioni contrastanti che provò in quel lontano 1991.
L’intervista si chiude con un accenno ai suoi progetti futuri, il prossimo John Wick, che sta girando in questo periodo e poi in marzo dell’anno prossimo le riprese di Passengers, il SF movie diretto da Brian Kirk.