Da web-series alla ribalta del piccolo schermo targato Rai, che comunque già produceva. La parabola di Una mamma imperfetta è esemplare nel parlare di nuovi modi di produrre tv e di come essi siano compatibili con gli schemi industriali. Ora, dopo la fine della 2^ serie sul web e su Rai2, il creatore Ivan Cotroneo ha parlato con noi della sua invenzione, a metà strada tra una fresca rivoluzione e una solida e divertente tradizione.
Come nasce Una mamma imperfetta, non solo l’idea narrativa ma anche il tipo di formato visivo e produttivo?
Parlavo con i miei produttori, Francesca Cima e Nicola Giuliano, del mio prossimo film. Volevo raccontare le famiglie di oggi scegliendo come punto di vista quello di una mamma in affanno che lavora a tempo pieno. Ma mi sono presto reso conto che non volevo ingabbiare le storie in un racconto finito, e che preferivo lavorare a un racconto seriale, una serie che raccontasse il quotidiano. Da lì è nata l’idea di strutturare il racconto come un day by day, con una programmazione dal lunedì al venerdì, e ci è sembrato che il sito di un quotidiano (corriere.it) e la tv fossero le piattaforme ideali per questo tipo di appuntamento. Quindi abbiamo contattato il Corriere della sera e Raifiction e abbiamo portato loro il progetto.
Il ritmo, le bizzarrie, le trovate ironiche sembrano figlie di Tutti pazzi per amore: quanto quella serie ha cambiato il tuo modo di raccontare per la tv e la fiction italiana?
Tutti pazzi per amore è stata per me, e per Monica Rametta e Stefano Bises che con me lo hanno scritto, una tappa fondamentale: abbiamo scoperto che lavorando su una narrazione dall’impianto meno consueto e meno tradizionale potevamo essere seguiti anche sulla televisione generalista, su Raiuno. E’ stata la conferma di quello che abbiamo sempre pensato, e cioè che il pubblico è molto più allertato e pronto di come gli analisti lo dipingono. Ci ha dato molta fiducia per i nostri progetti successivi. Credo che questo in effetti abbia un po’ cambiato il mio modo di scrivere.
Come si mescola nella scrittura e nella realizzazione la modalità della web-series con la sitcom più tradizionale, a cui Una mamma imperfetta un po’ guarda?
Non so se so rispondere a questa domanda. Io ho cercato soprattutto di raccontare i personaggi che mi interessavano, e le loro storie, nel modo che mi sembrava più giusto. La durata da otto minuti ha ovviamente condizionato il racconto, così come il fatto di sapere di essere presente sul web mi ha spinto verso tematiche su cui si potesse dibattere nei blog, direttamente dopo la visione. Ma per il resto mi sembra di avere semplicemente messo addosso al mio modo di raccontare storie una veste un po’ diversa, che tenesse conto della diversa distribuzione.
La 2^ stagione in cosa si differenzia dalla prima e perché la decisione di cambiare regista?
La seconda stagione è pensata come una prosecuzione della prima, con in più lo spazio per approfondire i personaggi e le zone (il lavoro, per esempio) che nella prima erano stati trattati di meno. La decisione di cambiare regista, e di scegliere Stefano Chiantini, è legata alla necessità dei tempi: io dovevo dedicarmi alla scrittura della serie, e di uno speciale tv movie natalizio, Il Natale della mamma imperfetta che andrà in onda durante le feste.
Da Claudia Gerini a Pierfrancesco Favino sono molte le guest star di questi nuovi episodi: non hai paura che Una mamma imperfetta si avvicini più del dovuto ai modelli tradizionali – come alcune sitcom americane piene di guest – che invece vorrebbe un po’ innovare?
Francamente no, non è la mia intenzione. Le guest star di Una mamma imperfetta sono state in tutto cinque: due nella prima serie (Riccardo Scamarcio e Nada) e tre nella seconda (Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino, Ilaria d’Amico). Sono cinque in tutto su cinquanta puntate, una guest star ogni nove episodi, in media. Non mi è sembrato tanto di sconvolgere un equilibrio, quanto di fare un gioco, offrire un divertimento in più, approfittando della disponibilità e della gentilezza di persone che avevano apprezzato la serie. Escludo insomma che si vada, anche per il futuro, verso una strada puntellata di guest star. Credo che la narrazione le presenterà sempre con questa parsimonia.
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