Chiedi chi erano gli Stone Roses, potrebbe essere il sottotitolo di Made of Stone, l’ottimo documentario che Shane Meadows, regista di culto della nuova onda britannica, ha dedicato alla sua band preferita.
Il film, presentato al Torino Film Fest nella sezione non competitiva After Hours, racconta la band di Manchester a partire dall’annuncio di reunion del 2011: la storia, la musica e il nuovo tour, che culminerà nelle 3 date storiche al Heaton Park di Manchester. Mettendosi in scena in prima persona come fan di una band a cui è stato chiesto di immortalarne il ritorno sulle scene, Meadows realizza un documentario completo e vario che in un’ora e mezza racconta passato e presente di una band che praticamente con un solo album ha segnato la storia della musica inglese.
Strutturato come un concerto, con un ripasso delle basi del gruppo, il racconto che prelude al primo vero ritorno sulle scene e la performance live vera e propria, Made of Stone (dal titolo di una delle più belle canzoni del gruppo, su cui il film si chiude) è la chiusura del cerchio brit-pop, quel fenomeno che proprio la band di Ian Brown aprì assieme agli Smiths e che approdò a fenomeno mondiale con gli Oasis, che qui compaiono per un attimo, a pagare tributo. E mentre Meadows racconta la grandezza e la vita turbolenta dei membri della band, costruisce un filo narrativo affascinante e ricco di “colpi di scena” che lega tutti i fan del gruppo e ne mette in evidenza le caratteristiche (fantastico il preside che pur di aver il pass gratuito per il primo concerto ha offerto un contratto a una sua insegnante più fortunata), l’appartenenza, l’importanza per una città e la sua topografia.
Quello che Shine a Light di Scorsese era per il rock ‘n’ roll, Made of Stone lo è in un certo senso per il rock psichedelico, ossia la dichiarazione di un appassionato che nel frattempo vuole anche giocare con il cinema; la differenza sta nel capire cosa sono gli Stone Roses dopo 20 anni, quali sono le basi e quali le eredità del loro talento. E se un documentario musicale può valutarsi su quanta voglia si ha di riascoltare una discografia alla fine, quello di Meadows può dirsi un signor documentario.
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