Per un thriller, soprattutto vecchio stile, il meccanismo se non è tutto è molto. E Grand Piano, film di chiusura di Eugenio Mira fuori concorso del 31° Torino Film Festival, ha un meccanismo gustosissimo sulla carta: un pianista che torna sulle scene dopo un trauma misterioso, si trova sotto il tiro di un cecchino durante il concerto. Se sbaglierà anche una sola nota dello spartito, soprattutto del pezzo finale, quello che ne causò l’abbandono, morirà assieme alla moglie.
Scritto da Damien Chazelle ispirandosi alla sequenza clou di L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock, Grand Piano si ispira e cita tutto il cinema del maestro del thriller (da Paura in palcoscenico a La finestra sul cortile) rileggendola però con i tecnicismi del cinema di De Palma. Ma il tentativo è un fallimento.
La colpa principale della cattiva riuscita del film di Mira è proprio nel modo maldestro in cui il meccanismo, l’idea principale, quello che Hitchcock chiamava MacGuffin, venga risolta dalla sceneggiatura: la tensione di uno spartito da seguire e di un pezzo impossibile che non deve essere sbagliato si annacqua di continuo quando il pianista Elijah Wood comincia a parlare via auricolare con l’assassino (con la voce di John Cusack) che gli spiega per filo e per segno il piano mentre lui suona brani complicatissimi. E poi, sempre senza mai interrompersi, manda sms e trascrive su un foglio a memoria una partitura infernale grazie a un tablet appena regalatogli (ché il product placement chiamava).
Non è solo per l’insulto che Grand Piano fa a Hitch e De Palma, agli amanti del thriller e a quelli della musica, che Mira compie un buco nell’acqua, ma soprattutto perché confonde il virtuosismo della macchina da presa in perenne acrobazia (e pure con un cattivo uso della fotografia e dei trucchetti) con l’arte del cinema allo stesso modo nel quale il protagonista confonde la velocità d’esecuzione con l’arte musicale. E la tensione, che in un corto sarebbe stata straordinaria, si annacqua e si spegne nel ridicolo involontario. Che coinvolge un Wood raramente così fuori parte.
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