V/H/S/2 (sezione After Hours)
Secondo capitolo di questo franchise che rivisita il filone found footage attraverso un’ottica particolarmente nostalgica (care vecchie videocassette, un tempo gioia di tutti i cinefili). Diminuisce la durata e, inevitabilmente, il numero degli episodi e la formula riesce in qualche modo a guadagnarci. Intendiamoci, ci troviamo di fronte ad un prodotto destinato solo ed esclusivamente agli amanti del genere, che non si prende troppo sul serio e non ha assolutamente bisogno di farlo. La formula, ovviamente, non cambia: anche in questo caso abbiamo degli episodi, diretti da diversi registi (nello specifico Jason Eisener, Gareth Evans, Timo Tjahjanto, Eduardo Sánchez, and Gregg Hale, Simon Barrett e Adam Wingard), che sono legati da un filone conduttore esterno. Aumenta la dose di violenza e c’è anche qualche brivido in più, ma anche questa volta l’operazione non può dirsi del tutto compiuta. Il livello dei segmenti è discontinuo, in alcuni momenti si tocca decisamente il fondo, in altri si raggiungono dei gustosissimi picchi di nonsense, come nel caso della parte del film diretta da Timo Tjahjanto e Gareth Evans (lo stesso di The Raid), dove succede sul serio DI TUTTO!
Prince Avalanche (sezione Festa Mobile)
David Gordon Green ha tutte le carte in regola per diventare un autore. Il perché continui a dividere la sua carriera tra commedie mediocri (ma tutto sommato godibili) come Strafumati e opere di un certo livello come Prince Avalanche, rimane un vero e proprio mistero. Il film, remake dell’islandese Á Annan Veg, arriva a Torino dopo essersi aggiudicato il premio per la Migliore Regia al Festival di Berlino e ha come protagonisti Paul Rudd ed Emile Hirsch, impegnati a dipingere la segnaletica stradale di una solitaria strada texana, che attraversa una fascia boschiva distrutta dalle fiamme. Un’opera all’apparenza ingenua, ma che in realtà è in grado di piegare i canoni della commedia a suo favore. Un inno alla libertà, contrapposta a quelle barriere che troppo spesso ci imponiamo. Bravissimi i due protagonisti, quasi sempre soli per l’intera durata del film. Da applauso le brevi (ma illuminanti) apparizioni del compianto Lance LeGault, che interpreta un enigmatico camionista sospeso tra realtà e immaginazione.
Männer zeigen Filme & Frauen ihre Brüste (sezione After Hours)
Dove finisce il cinema comincia la realtà, e viceversa. Il film diretto dalla tedesca Isabell Šuba è stato girato in soli 5 giorni, durante il 65° Festival di Cannes, mentre la regista era lì per presentare il cortometraggio Chica XX Mujer. È praticamente autobiografico e fonde momenti di fiction ad altri “rubati” sulla Croisette (come il trionfante ingresso in sala di Leos Carax, accompagnato dal cast di Holy Motors). Uno sguardo critico su quello che da molti è considerato il più importante festival cinematografico mondiale, e più in generale sul mondo del cinema. Poco consolatorio ma parecchio sentito, Männer zeigen Filme & Frauen ihre Brüste è un film interessante, soprattutto se analizzato nella sua totalità
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