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Torino 2013 – A proposito di Only Lovers Left Alive e La Danza de la Realidad #Torino2013SW

Pubblicato il 28 novembre 2013 di Filippo Magnifico

Only Lovers Left Alive Foto Dal Film 06

Only Loves Left Alive (sezione Festa Mobile)

Assolutamente promossi i vampiri fricchettoni e bohémien di Jim Jarmusch. Dopo il passaggio al Festival di Cannes, Only Loves Left Alive arriva al Torino Film Festival e non delude le aspettative. Una pellicola elegante, raffinata e spiritosa, che ha come protagonisti Tilda Swinton e Tom Hiddleston, nel ruolo di due vampiri – gli unici amanti rimasti in vita – rivisitati in un’ottica cool che in un attimo si divora i vari Edward Cullen e compagnia bella.
Aggiornare una figura così cara alla letteratura e al cinema horror è possibile, l’importante è farlo con gusto e, soprattutto, avere qualcosa di serio da dire. E Jim Jarmusch qualcosa da dire ce l’ha di sicuro, prima di tutto nella caratterizzazione dei suoi vampiri, più interessati alla vita degli stessi umani (che vengono chiamati zombi per evidenziare la loro mancanza di cervello) e in grado di offrirci, usando le parole dello stesso regista, “una visione più ampia dell’umanità e della storia“. A sottolineare ulteriormente la “vitalità” di questa pellicola ci pensa la fotografia, opera di Christos Moisides, che sfrutta le calde tonalità del giallo.
Bravissimi i protagonisti e tutti gli altri attori presenti nel cast.

La Danza de la Realidad (sezione After Hours)

Dopo più di vent’anni Alejandro Jodorowsky torna dietro la macchina da presa con un’opera autobiografica, incentrata sulla sua infanzia, che ovviamente rispetta alla perfezione il suo modo di fare cinema.
Al Festival di Cannes il pubblico si era esibito in una standing ovation una volta giunti i tioli di coda e l’applauso (meritatissimo) c’è stato anche alla fine della proiezione stampa.
C’è poco da dire: a 84 anni Alejandro Jodorowsky sembra che si sia leggermente addolcito (questo è uno dei titoli più lineari della sua filmografia, nonostante sia parecchio strambo), ma rimane lo stesso folle genio di sempre. Si può odiare o amare, in ogni caso non si rimane mai indifferenti.
La Danza de la Realidad è una storia vera che si prende parecchie licenze, sia a livello narrativo che storico. Per esempio Jodorowsky rappresenta suo padre come servo di scuderia (nonché aspirante attentatore) del dittatore Carlos Ibañez, cosa mai accaduta, e immerge il tutto all’interno di un’atmosfera surreale impregnata di tutte le sue ossessioni.
Evidenti, a tal punto che risulta quasi scontato dirlo, i rimandi a Federico Fellini. Non poteva essere altrimenti del resto, dato che ci troviamo di fronte al suo Amarcord.

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