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Roma 2013 – Romeo & Juliet di Carlo Carlei, la recensione

Pubblicato il 11 novembre 2013 di Leotruman

È una delle storie d’amore più celebri di sempre, adattata per grande e piccolo schermo in decine e decina di occasioni. Parliamo di Romeo & Giulietla tragedia classica rielaborata da William Shakespeare nel 16esimo, tornata a vivere al cinema grazie Julian Felloweslo sceneggiatore premio Oscar per Gosford Park e creatore dell’accalamata serie tv Downton Abbey, e presentata questa mattina al Festival Internazionale del Film di Roma. Ha scritto personalmente e prodotto questa nuova versione, affidando la regia al nostro Carlo Carlei, regista che ha lavorato molto ad Hollywood sviluppando progetti del calibro di Io Sono Leggenda, e conosciuto invece in Italia per aver diretto alcune fiction come Padre Pio e Ferrari.

Fellowes non ha mai avuto dubbi: la sua volontà era quella di portare in scena la tragedia nel modo più classico e tradizionale possibile. Ambientazione e costumi d’epoca, Verona, duelli e balconi, e una sceneggiatura fedele con gran utilizzo dei versi dello stesso Shakespeare.

Romeo and Juliet - Hailee Steinfeld, Douglas Booth

La storia la conosciamo tutti. Il giovane Romeo (Douglas Booth) si innamora a prima vista della splendida Giulietta (Hailee Steinfeld): scopre presto che il loro è un amore impossibile, perché entrambi sono gli eredi di due famiglie che si odiano a morte, i Montecchi e i Capuleti. Il cugino di Giulietta, Tebaldo (Ed Westwick), prende la questione ancor più seriamente del padre della ragazza (Damian Lewis), e sfida in un duello mortale Romeo. Non sa che i due giovani hanno però coronato a tempo record il loro amore sposandosi grazie all’aiuto di Frate Lorenzo (Paul Giamatti), ma la sua morte per mano di Romeo sarà l’inizio della fine. Causando il suo esilio permanente da Verona, obbligherà Giulietta a ricorrere ad una morte simulata per svincolarsi dalla famiglia e da un imminente matrimonio programmato con Paride (Tom Wisdom). Prende un sonnifero che fa credere a tutti di essere morta per fuggire poi con l’amato marito, ma Romeo per pura casualità non riesce a ricevere il messaggio e la crede realmente defunta. Si ucciderà con un veleno sopra il corpo di Giulietta, non prima di aver visto la ragazza risvegliarsi dal profondo sonno: lei stessa lo raggiungerà dopo poco pugnalandosi a morte. Il Principe della città (Stellan Skarsgård) si augura nel finale che la terribile tragedia possa porre fine alla faida tra le due famiglie e che l’odio non sovrasti mai più un giovane amore.

Erano sedici anni che Romeo e Giulietta non tornava al cinema, proprio dalla versione di Baz Luhrmann del 1996, moderna e pop. Dopo pochi minuti di versi e celebri frasi shakespeariane recitate dai protagonisti chi è però cresciuto con l’ultima versione non può che iniziare a rimpiangerla. Attenzione, Romeo & Juliet non è una pellicola mal riuscita o di scarsa fattura: tutto è dove deve essere, la ricostruzione di Verona attenta, i costumi impeccabili, e la sceneggiatura di Fellowes precisa come un orologio per ritmo e dialoghi. Il cast è d’alto livello, in particolare grazie a veterani come Giamatti e Damian Lewis di Homeland, a dir poco incredibile nelle sue scene (senza dubbio il migliore). Qualche riserva invece sulla scelta dei due giovani protagonisti: Booth (che vedremo anche in Maleficent) convince più di Hailee Steinfeld, nominata all’Oscar con Il Grinta dei Coen, qui in abiti che non sembrano i suoi e carente in sensualità e carisma (decisamente più convincente nella tuta spaziale di Ender’s Game).

La versione di Fellowes e Carlei sembra puntare più sulla funzione didattica di far conoscere Shakespeare e la tragedia alla nuova generazione, come se fosse arrivato il tempo di un nuovo film che riscaldasse il tema e la memoria collettiva. Quello che manca è però una sua anima, un suo taglio personale che Luhrmann aveva ben interpretato e trasposto con la rappresentazione della sua Verona Beach. E poi diciamolo: i due protagonisti Leonardo DiCaprio e Claire Danes se li mangiavano entrambi a colazione già nel ’96, e non a caso sono diventati due superstar globali.

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