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Roma 2013, Las brujas de Zugarramurdi – La recensione in anteprima del film di Alex De La Iglesia

Pubblicato il 09 novembre 2013 di emanuele.r

Dopo il trionfo veneziano di Ballata dell’odio e dell’amore, che solo i meccanismi italiani hanno potuto ridurre a quella distribuzione, Alex De La Iglesia torna in Italia con Las brujas de Zugarramurdi, nuovo film del regista spagnolo fuori concorso al Festival di Roma e nuovo centro per gli amanti del regista e della sua follia.
Il film racconta della rapina di un gruppo di uomini con bambino e molti problemi con le donne a un centro pegni: la loro difficile fuga sarà interrotta quando arrivano al confine con la Francia, nel luogo in cui la leggenda narra che nacque la stregoneria.

Scritto da De La Iglesia con Jorge Guerricaechevarría, Las brujas de Zugarramurdi è il Dal tramonto all’alba del regista: una prima parte da rapina finita male piena di azione e ironia e una seconda che diventa un folle horror stregonesco che occhieggia ai film americani sul white trash. A miscelare le due parti la misoginia di un racconto in cui le vittime maschili devono affrontare a vari livelli le arpie che li dominano, prima in senso metaforico – tra separazioni, divorzi, affidamenti e paure – poi letterale in un sabba delirante in cui appare la madre delle streghe in tutta la sua gigantesca presenza.
Se si supera il contenuto ideologico, Las brujas de Zugarramurdi è un treno: il ritmo trascina e praticamente non conosce soste, l’intreccio è cattivo e gli interpreti sono perfetti e irresistibili. Forse, ad andare sempre sopra le righe, De La Iglesia rischia di sbandare, ma l’intelligenza che dimostra lo mettono al riparo da quasi ogni rischio.

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