Dopo cerimonie e aperture, film fuori concorso e divi di vario tipo, parte il concorso del Festival di Roma 2013, più concentrato su un cinema d’autore rispetto al pop dei film fuori concorso. I primi due film in gara sono I Am Not Him di Tayfun Pirselimoğlu e Manto acuìfero di Michael Rowe. Il primo racconta di un uomo solitario che comincia una relazione con una donna il cui marito è in carcere: piano piano le vite dei due uomini, somiglianti fisicamente, cominceranno a sovrapporsi in modo ostinato. Un dramma psicologico ed esistenziale, tra Camus e Il fu Mattia Pascal che gioca troppo sul sicuro con lo stile del cinema “da festival”, una maniera un po’ consunta del cinema d’autore. Eppure cerca di coinvolgere lo spettatore tratteggiando personaggi a loro modo teneri e delicati, descritti con tatto e bravi interpreti.
Il secondo invece descrive la situazione di una famiglia la cui madre ha divorziato, trovato una nuova casa e si è trasferita con il nuovo compagno dagli occhi di una bambina più interessata dalla natura intorno a lei che alle beghe dei grandi. Un piccolo romanzo di formazione che ha il tono sognante della psicologia vista ad altezza bambino, una piccola fiaba casalinga a cui però manca il tocco visionario e un po’ di respiro per rendere davvero palpitante il contrasto tra la natura del grande giardino e le piccolezze degli abitanti umani.
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