L’interprete di Gandalf, Ian McKellen, è tornato ad affrontare la solitudine provata durante le riprese di Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato, rivelando nuovi retroscena sulla sua esperienza sul set, in cui molto spesso si è ritrovato a recitare da solo davanti allo schermo verde.
“Mi sono sentito abbastanza miserabile ed ho pensato che forse, era giunto il momento per me di smettere di recitare del tutto, se non riesco a far fronte a queste difficoltà?”.
A differenza di Il Signore degli Anelli, in cui McKellen veniva semplicemente posizionato più vicino alla telecamera, rispetto agli hobbit e ai nani, in Lo Hobbit questo non era stato possibile a causa dell’uso del 3D che smaschera questo tipo di trucchi cinematografici. Per questo motivo, per la scena ambientata a casa Baggins ha richiesto la costruzione di due set, su uno si trovavano Bilbo e i nani, con il set costruito secondo la loro scala, nell’altro c’era Gandalf, davanti allo schermo verde, il 25% più vicina, in modo da poter renderlo più grande.
Questo sistema di cineprese funzionava in sincronia, di conseguenza la telecamera con McKellen, che sentiva le voci degli altri attori attraverso degli auricolari, si muoveva esattamente come quella che riprendeva Freeman e gli altri colleghi.
“Sono diventato completamente infelice e mi sono un po’ pianto addosso. Non mi ero reso conto che il microfono che indossavo era aperto e che tutti potevano sentirmi borbottare contro me stesso sul fatto che volevo andare a casa e così via”.
Jackson ha ammesso con Radio Times che l’attore aveva vissuto i primi due giorni delle riprese dei momenti davvero miserevoli, e
“Ci è dispiaciuto che fosse stato gettato nella terra dello schermo verde”.
McKellen svela che aveva anche considerato di lasciare la produzione.
“Era così doloroso e scoraggiante e difficile che ho pensato ‘Non voglio fare questo film, se questo è quello che devo fare’. Non è quello che faccio per vivere. Recito con altre persone, non recito per conto mio”.
L’attore ha poi mandato al regista una e-mail in cui ha espresso le sue preoccupazioni, e mentre Jackson aveva mandato un messaggio rassicurante a McKellen ul fatto che tutto andava bene e che la scena stava venendo bene, il produttore Zane Weiner aveva preparato una sorpresa con alcuni membri della troupe: aveva ridecorato la tenda dell’attore usando delle reliquie dei film del Signore degli Anelli, portandolo di nuovo nella Terra di Mezzo.
“Mi hanno fatto sentire, come spesso accade quando si lavora con Peter Jackson e i suoi colleghi, che appartieni e che ti senti a proprio agio come a casa e felice. Tuttavia [aggiunge scherzando], una volta che i fiori sono appassiti ho notato che non sono stati sostituiti e penso che questo significasse che dovevo andare avanti con il lavoro”.
L’appuntamento con il secondo capitolo della saga, Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, sarà per il 12 dicembre 2013 (in 2D, 3D e HFR 3D). Per rimanere aggiornati sulla produzione seguite le news dal blog, mentre a questo link trovate la pagina Facebook ufficiale.
Fonte Radio Times