Miike Takashi è stato senza dubbio uno dei protagonisti della nuova ondata del cinema giapponese degli anni novanta, assieme ad altri importanti nomi fra cui ricordiamo almeno Kitano Takeshi, Tsukamoto Shin’ya e Kore’eda Hirokazu ha infatti rinnovato stilisticamente il movimento cinematografico gispponese su cui era calata un’ala d’ombra negli ottanta.
Uscito alla ribalta attraverso il V-cinema, il film fatti direttamente per il mercato del videonoleggio che gli ha permesso di sperimentare in una maniera che non avrebbe più ripetuto, si è fatto in seguito conoscere per i suoi film estremi, la proiezione di Audition nel 2000 al Rotterdam Film Festival con molte persone uscite durante la proiezione terrorizzate e disgustate, è ormai leggenda. Negli ultimi anni nel suo folle ritmo lavorativo, quasi cento film in poco più di vent’anni di carriera, si è cimentato sempre di più in grandi produzioni, film epici, in costume come il bellissimo 13 Assassins con cui è spesso stato invitato a prestigiosi festival quali Cannes o Venezia.
Mole’s Song è il titolo di uno dei suoi film che saranno distribuiti durante il 2014 e sarà presentato in anteprima mondiale al Festival di Roma, Marco Muller e Miike sono infatti legati da una sincera amicizia fin dai tempi in cui quest’ultimo dirigeva la Biennale al Lido. Il film è tratto da un manga di Takahashi Noboru, Mogura no Uta, la storia di un poliziotto espulso dal corpo di polizia che diventa una talpa (il mole del titolo) in un potente gruppo della malavita giapponese. Ecco il trailer:
Oltre a questo Mole’s Song il prossimo anno uscirà nelle sale giapponesi Shin-Yotsuya Kaidan, film tratto da da una classica storia giapponese di fantasmi e non va inoltre dimenticato che Miike sarà impegnato anche in The Outsider, il film in lingua inglese con protagonista Tom Hardy, insomma il regista di Osaka, anche se i suoi ritmi di lavoro sono leggermente diminuiti recentemente, si conferma come un animale da cinema, poco teorico ma molto legato, quasi visceralmente all’atto stesso del filmare, chi lo conosce ha più volte ripetuto infatti che sul set il regista giapponese si diverte come un bambino.