Attenzione, contiene spoiler.
L’epidemia ora è un fatto che sta distruggendo per sempre la parvenza di serenità del carcere: Isolamento (Isolation), 3° episodio della 4^ stagione di The Walking Dead, svela definitivamente lo sfondo di questa nuova stagione, o almeno della 1^ parte, e le sue direttive di racconto, un viaggio nell’abisso del dolore umano che ormai non ha più alcuna speranza.
L’infezione si sta diffondendo a macchia d’olio ed Hershel suggerisce un luogo – seppur lontano – dove poter trovare provviste di antibiotici, ma il gruppo che parte alla ricerca – Daryl, Michonne, Bob e Tyreese – si imbattono in qualcosa di inaspettato. Nel frattempo, Rick è stato incaricato di scoprire chi ha bruciato i corpi degli infetti, mentre Carol si preoccupa della mancanza di acqua potabile.
Scritto da Robert Kirkman in persona e diretto da Dan Sackheim, Isolamento è la trasformazione definitiva, ma non inadeguata, di una serie horror in dramma a tutti gli effetti, in cui gli zombie sono solo un effetto collaterale di uno scandaglio del dolore umano, metaforico e simbolico.
Non a caso l’episodio si apre e si chiude sui cadaveri di Karen e David, sulla rabbia di Tyreese, inconsolabile per aver perso l’amata, e sulla scoperta che l'”assassina” è Carol, colpevole di aver cercato di proteggere gli abitanti del carcere: su quel dolore profondamente umano e sull’ambiguità di ogni gesto e ogni situazione si basa l’intera mitologia della serie, che dovrebbe culminare in questa stagione (con il rinnovo già acquisito). La morale, il giudizio, la separazione nemmeno tra bene e male in senso metafisico, ma tra giusto e sbagliato, tra accettabile e inaccettabile è sfumata fino all’annullamento. Ed è ancora una volta uomini contro uomini anche senza Governatore tra i piedi (per ora), con i malati ridotti e trattati – a ragione o no? – alla stregua degli zombie, e chi resta quasi obbligato a sacrificarsi, come in un suicidio rituale (Hershel).
Arrivati a questo tipo di show, piaccia o non piaccia, si giunge all’intrigante paradosso che il punto debole di Isolamento siano le scene di paura e azione messe per rinfrancare un po’ i fan della prima ora che si lamentano della “lentezza”: l’assalto di un’orda di morti a Daryl, Michonne e compagnia sembra un momento dovuto a cui non crede nessuno (tranne l’idea di decapitare gli zombie con le ruote posteriori di un auto). Segno che ormai la serie è del tutto mutata. E maturata.
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