Questo fine settimana il film di Alfonso Cuarón, Gravity, ha conquistato il botteghino italiano e americano. Ma la realizzazione delle spettacolari scene di cui è costellato il film, in particolare quelle a gravità zero e la sequenza iniziale, un piano sequenza di 13 minuti, sono state le scene più difficili da eseguire, ha confessato il produttore David Heyman.
“Penso che ci siano un paio di cose [che possono essere considerate una rivoluzione per il cinema]. Una è il modo in cui Alfonso ha voluto girare il film, con questi lunghi piani sequenza. Con tre piani sequenza ha coperto 30 minuti del film, il primo è lungo circa 13 minuti. Questo significa che abbiamo dovuto costruire una tecnologia specifica per il film, e quindi quando guardo all’assenza di gravità, o alla micro-gravità nel film, sono letteralmente da colpito da tutto questo. Inoltre la coreografia di Alfonso, è così bella…
Una delle sequenze più importanti del film è una che guardo e penso ‘Uao, non riesco a credere che siamo riusciti a fare questo’, ed è quando Ryan arriva alla camera di compensazione. È stata fuori, ha incontrato tutte queste avversità, arriva alla camera di compensazione, si toglie la sua tuta spaziale e si mette in posizione fetale. Quella è stata una cosa davvero impegnativa da realizzare. Sembra così naturale, e non ti rendi conto, questa è un’altra cosa che amo, del film. E’ un film incredibilmente tecnico, gli attori hanno dovuto letteralmente lasciare il loro segno, e non lo diresti, devi guardare qui a un secondo e 2, qui, a un secondo e 7, e puoi qui a un secondo e tredici. Doveva essere così preciso…
Ma in tutto questo, nessuna di quelle tecniche o tecnologie sono evidenti. Hai la sensazione di essere lì e se con lei in questo viaggio emozionale”.
Per quanto riguarda la durata del film, Heyman spiega che fin dall’inizio avevano detto alla Warner che la loro intenzione era di fare una pellicola da 90 minuti.
“Quando abbiamo parlato per la prima volta con la Warner Brothers, e gli abbiamo proposto il budget, 90 minuti è stato quanto noi, quanto Alfonso ha detto. …Tutto il film è stato fatto in pre-visualizzazione, durante le riprese si è espanso un po’, ma poi lo abbiamo, Alfonso lo ha ridimensionato. Tutto è stato fatto per servire la storia”.
Il figlio di Cuaron, Jonás, co-sceneggiatore della pellicola ha prestato particolare attenzione che il filmaker non espandesse la storia del film durante la lavorazione. Mantenendola snella e a fuoco.
Gravity racconta delle avventure spaziali di un ingegnere medico, Ryan Stone (Bullock), e di un astronauta veterano, Matt Kowalsky (Clooney) che durante una camminata di routine tra i cieli rimangono vittime di un incidente. Il loro shuttle viene distrutto e i due rimangono completamente soli, nell’oscurità della galassia, persi nel buoi dell’universo e della propria anima.
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Fonte Collider