Si è attirata un considerevole numero di critiche già prima della messa in onda, vuoi per il presunto razzismo del suo humour, vuoi per la cattiva qualità: Dads, in onda in questi giorni su Fox è la nuova comedy prodotta da Seth MacFarlane (il papà dei Griffin), e le critiche se le merita ma solo per il secondo punto in questione, la sua mediocrità.
Protagonisti sono due sviluppatori di videogame alle prese con i propri padri, i cui rapporti sono opposti, ma ugualmente difficili: uno è troppo protettivo e presente, l’altro è conflittuale e spesso assente. Si troveranno a dover convivere.
Creato da Alec Sulkin e Wellesley Wild, sodali di MacFarlane da tempo, Dads è una sitcomedy classica tanto nei temi e nella trama, quanto nella produzione e messinscena (multi-camera e risate in studio), che non solo non sa rinnovarsi, ma anzi sembra voler fare di tutto per apparire stantia, nonostante tenti di darsi una spolverata.
Non solo perché la situazione è incredibilmente antiquata, e raddoppiarla non fa che aggravare la situazione, ma perché a Dads mancano le idee, i ritmi, le trovate comiche: si dovrebbe ridere di un vecchio nudo in mezzo alla stanza, di battibecchi che Sanford and Son di 40 anni fa era già molto più avanti, di strizzate d’occhio maliziose sui costumi cinesi o di Seth Green che fa le smorfie come un bambino?
Se la risposta è sì, Dads vi potrebbe piacere, altrimenti avrete di fronte l’occasione sprecata di fare del geniale humour di MacFarlane l’occasione per uno show live-action. E di fronte a un sitcom tanto innocua, anche le polemiche e le richieste di chiusura appaiono fuori contesto, tanto ci ha pensato il pubblico, che dopo 2 episodi ha praticamente già abbandonato la serie relegandola a un rating misero di 1.3. Non ne sentiremo la mancanza.
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