Cinema Festival

#Venezia70, Harlock Space Pirate- Dalla Mostra, la recensione del film d’animazione giapponese

Pubblicato il 05 settembre 2013 di emanuele.r

Una delle figure più amate dagli appassionati di animazione negli anni ’70 era un pirata spaziale creato da Matsumoto Leiji e rispondente al nome di Capitan Harlock. La Mostra del Cinema di Venezia fa rivivere questo mito con Harlock Space Pirate, rilettura in 3d e computer grafica diretta da Aramaki Shinji che però rischia deludere, nonostante l’incredibile impatto visivo.
Capitan Harlock è l’unico uomo che si interpone fra la corrotta Coalizione Gaia e il tentativo di un completo dominio intergalattico da parte di quest’ultima. In cerca di vendetta contro coloro che hanno defraudato lui e l’umanità, il misterioso pirata dello spazio vaga nell’universo a bordo del suo incrociatore da battaglia, l’Arcadia, attaccando e saccheggiando con audacia le navi nemiche.

Scritto da Fukui Harutoshi e Takeuchi Kiyoto, Harock Space Pirate è un’avventura di fantascienza, animata in una raffinatissima computer grafica stereoscopica che trasporta le vicende del Capitano in un universo narrativo e visivo vicino a Star Wars e Battlestar Galactica, di cui si riprendono tanto le dinamiche di space opera bellica quanto le tecniche di ripresa, qui ovviamente ricostruite in animazione.
Il vero problema è che questo cambio di tono, di impianto visivo e narrativo, di avvicinamento a una contemporaneità sci-fi più orecchiata che compresa, non riesce a rendere lo spirito a un tempo epico e malinconico dell’opera di Matsumoto: per raccontare un’epopea di morte e rinascita del personaggio e dell’umanità, Aramaki relega Harlock a poco più di un cameo e i suoi valori si perdono nell’abbondanza di effetti speciali e spettacolo.

Certo, il lato visivo è veramente portentoso, migliore di qualunque esperimento simile visto negli anni, tanto in Giappone quanto negli USA e può anche portare ad apprezzare il film: non si può però negare che la struttura, che parte incomprensibilmente con un’ora circa di battaglie spaziale e flashback detti fuori campo, sia molto faticosa e che non riesce a nascondere la mancanza di spessore e interesse oltre la patina scintillante. Il che non significa che i fan non riescano ad apprezzar, tutt’altro.

Anche quest’anno ScreenWEEK è al Lido per seguire la 70. Mostra del Cinema di Venezia. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti dal Festival.