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Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. – Recensione, curiosità e immagini dal pilot (1×01)

Pubblicato il 25 settembre 2013 di Leotruman

 

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE NUMEROSI SPOILER

Serie nuova di zecca sbarcata ieri sugli schermi americani. Il canale in chiaro ABC ha infatti trasmesso la series première di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., la serie televisiva targata Marvel ispirata alle avventure dell’immaginaria organizzazione spionistica e militare che abbiamo visto molto da vicino in The Avengers.

Creata e diretta (almeno il pilot) dal regista Joss Whedon (The Avengers, Buffy), l’episodio non delude e convince su più fronti.

TRAMA

Lo S.H.I.E.L.D. (Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division) è sempre rimasto nell’ombra fino agli eventi di New York, che hanno cambiato profondamente la storia dell’uomo. Il compito dell’agenzia è sempre stato quello di proteggere le popolazioni da verità più grandi di loro, ma ora tutti sanno che esistono gli eroi, e anche i mostri.

Non riusciamo a spiegare quello che vediamo, ma abbiamo gli occhi aperti” è una frase che racchiude perfettamente quello che può provare l’uomo comune, così come fa Skye (Chloe Bennet), hacker ossessionata dalla verità, dai complotti e… dai supereroi. Fa parte di un’associazione segreta chiamata The Rising Tide (la Marea Montante), che dopo New York vuole portare lo S.H.I.E.L.D. ad uscire allo scoperto.

Ma di cosa si occupa realmente l’organizzazione di Nick Fury? Lo chiede Maria Hill (graditissimo cameo di Cobie Smulders) all’agente Grant Ward (Grant Ward), uno specialista che vediamo agire in una delle scene iniziali: lo ritroviamo a Parigi mentre recupera con una mission impossibile un dispositivo che viene definito come un “collegamento neurale chitauriano” (i Chitauri erano gli alieni malvagi di The Avengers). Ward risponde “Siamo la linea che separa il mondo  e il mondo ancora più strano“, confermando la natura dell’organizzazione e la loro missione. Quello che non può ancora sapere è che è stato reclutato dall’agente Phil Coulson (Clark Gregg) che credevamo morto nel crossover sui Vendicatori: l’illustre agente dello S.H.I.E.L.D. non era deceduto, ma è stato spedito a Tahiti per essere curato dopo aver inscenato la morte su richiesta di Nick Fury. Nemmeno gli Avengers sanno che è vivo perché è un’informazione classificata solo per gli agenti che fanno parte del Livello 7.

Coulson sta mettendo insieme una squadra, e ha bisogno di Ward e di Melinda May (Ming Na): entrambi non vogliono partecipare inizialmente, il primo perché non desideroso di fare squadra (da solo è una vera e propria macchina da guerra), mentre la seconda sa che Coulson ha in mente altro per lei che non un semplice ruolo da pilota (era una delle migliori operative). Nella squadra ci sono anche Fitz-Simmons, una sorta di “mostro a due teste”: sono un ingegnere e una biochimica che lavorano sinergicamente e si completano le frasi a vicenda, e sono gli esperti scientifici del gruppo. A sorpresa l’ultimo membro della squadra che sta cercando Coulson è proprio la civile Skye, che non solo ha dimostrato doti informatiche a dir poco eccezionali (ha violato pure i server dell’agenzia) ma è stata anche testimone di un atto eroico di un “Dotato non registrato“, termine utilizzato per definire i supereroi non conosciuti e classificati dall’agenzia.

Si tratta di Mike Peterson (J. August Richards), un uomo disperato che ha una bambina piccola a cui fatica sempre di più a provvedere, che si ritrova in possesso di poteri superiori al suo grado di controllo. Si verrà a scoprire che è diventato così a causa di un esperimento a cui è stato sottoposto: l’operazione Centipede è operata da un laboratorio segreto che vediamo esplodere nella scena iniziale, e sta utilizzando come cavia proprio Peterson sfruttando il suo bisogno di denaro. Grazie ad un dispositivo posto sul braccio, composto da metallo alieno, radiazioni gamma e un siero simile a quello Erskin utilizzato per creare Captain America (“tutte le fonti dei supereroi in un frullatore” dice Simmons) è diventato potente, ma anche instabile. Una tecnologia terribilmente simile ad Extremis, vista in Iron Man 3, che ha portato una delle cavie a farsi esplodere nel laboratorio, e comporta forti cambiamenti nella personalità di Peterson.

Lo S.H.I.E.L.D. si mette sulle sue tracce per evitare che possa esplodere anche lui e ferire altre persone. Grazie al lavoro di squadra, alla complementarietà dei suoi membri e alla supervisione e al carisma di Coulson, riescono alla fine a salvare l’uomo disattivando Extremis ed evitando la sua autodistruzione.

COMMENTO

Il prodotto ha il marchio di garanzia Whedon e lo si respira in tutta la durata del telefilm, proprio come in The Avengers e nelle serie tv classiche come Buffy e Dollhouse. Oltre alla grande competenza e alla conoscenza perfetta dell’universo Marvel, unita al rispetto del materiale in termini di continuity e collegamenti, Whedon porta in fase di scrittura due elementi chiave.

Il primo è la distruzione-costruzione dei clichés narrativi a cui siamo abituati. Pensi che stia per accadere qualcosa perché nel 99% dei prodotti a cui siamo abituati avviene così, ed invece avviene totalmente il contrario. Splendida la scena in cui Skye, quando si capisce che è la voce narrante dell’inizio del pilot, afferma che non verrà mai trovata e Coulson in quello stesso istante apre lo sportello del suo furgone. Per non parlare dell’ingresso in scena dell’agente Coulson: prima parla da un angolo buio senza farsi vedere, uno dei cliche più noti in assoluto, per poi dire “Scusate non ho resistito, deve essere saltata una lampadina!“. Il secondo è un incredibile senso dell’umorismo che traspare senza mai risultare a telecomando o fastidioso, come ben conosciamo in tutti i suoi prodotti (The Avengers in questo è un capolavoro). Già numerose le battute cult in questi primi 42 minuti, e le più divertenti le abbiamo riportate più sotto.

Una tematica forte che probabilmente verrà affrontata nel corso del serial, ed è di grande attualità oltre a fornire il punto di collegamento tra il fantasy e la realtà, è il rapporto tra sicurezza e privacy, controllo e protezione. Proteggere ha un costo per la popolazione, ma quanto deve essere alto in termini di limitazione o privazione dei diritti? Quanto è importante proteggere e nascondere la verità, e cosa è lecito invece diffondere in quanto bene informativo comune? Whedon trasforma Coulson nel vero leader morale ed etico della squadra: l’agente vuole cercare sempre la “terza via“, non per forza bisogna uccidere o ferire per portare a termine una missione, e bisogna sempre cercare di trovare la soluzione che non è immediata, ma che può essere la più gratificante sotto tutti i punti di vista. È proprio a questo che serve una squadra variegata e caotica come quella che sta mettendo in piedi. Il suo scopo è pensare e agire in modo sinergico, completandosi uno con gli altri grazie alle incredibili qualità del team (e anche ai numerosi difetti, come l’egoismo e la supponenza).

La stoccata totale ai complottisti di professione (a cui appartiene inizialmente Skye) non passa inosservata: gli hacker, i polemici ad ogni costo, istigano alla rivoluzione, ma davanti alle conseguenze spariscono. I veri eroi sono invece quelli che fanno ciò che conta, ciò serve, che si sporcano le mani e non solo la tastiera.

Un pilot divertente, pieno di ritmo e con dieci minuti finali esplosivi, ma allo stesso tempo contenuto. Non sembra avere il difetto di molti pilot, che gioca tutte le sue carte nel primo episodio per poi crollare già dal secondo. Si vede che la linea narrativa è ben sviluppata a lungo termine, e sembra avere il respiro giusto per attirare senza strafare con questi primi quaranta minuti di visione. Pochi gli effetti visivi, ma ben curati e di qualità superiore alla media. Pilot promosso a pieni voti e non vediamo l’ora del prossimo episodio.

I MISTERI DELL’EPISODIO

– Maria Hill: “Coulson non sa nulla” riferito al fatto che lui afferma di essere stato a Tahiti, mentre in realtà deve essergli successo qualcosa di ben più rilevante rispetto ad una finta morte

– Quali sono i “porcospini” di tutti gli agenti, i difetti che Maria Hill non ha voluto rivelare e che sono presenti sulle loro schede di valutazione?

– L’organizzazione che ha creato Centipede è probabilmente uno dei “villain” del serial: chi sono e qual è il loro scopo?

– Cosa è successo in passato a Melinda May, a quanto pare una delle migliori operative in assoluto, per spingerla a passare anni dietro una scrivania?

– Cosa significa “0-8-4“, il codice pronunciato da Ward nel finale e titolo del secondo episodio?

FRASI E SCENE CULT

– “Non credo che tecnicamente Thor sia un Dio” “Lei non ha visto le sue braccia da vicino”

– “Siamo la linea che separa il mondo dal mondo ancora più strano”

– “Scusate non ho resistito. Credo ci sia tra l’altro una lampadina rotta…”

– “Da grandi poteri derivano…una vagonata di casini stranissimi che non sei pronto ad affrontare adesso”

– “Tu non sei stata uccisa dal Mussolini asgardiano”

– “Non hai respirato solo per 8 secondi, ma aumentano ogni volta che la racconti”

– “Non sono mica Hermione”

– “Non toccare Lola”

– “Le persone confondono spesso il nuovo con il migliorato”

– “Non sarai mica una di quelle cosplay sudaticcie che si accampa attorno alla Stark Tower” “L’ho fatto solo una volta…”

– “Ci avevate detto che era sufficiente essere umani, ma in giro ci sono divinità. Noi siamo quelli che calpestano”

Molto bello lo sfogo di Peterson, vittima della crisi economica che vuole solo aiutare la sua bambina, contro chi sfrutta i deboli come lui. “Se uno prova a resistere viene schiacciato” e il tutto con lo sfondo del murales all’interno della Union Station di Los Angeles. A volte il confine tra cattivo ed eroe è molto sottile, una tematica sempre ben affrontata nei fumetti e cinecomics.

Potete trovare una ricca gallery con gli screenshot dall’episodio, e la possibilità di votare e commentare l’episodio sul nostro Episode39 completamente rinnovato: vi basta andare a questo link.

QUI trovate il trailer del secondo episodio.

QUI una guida su tutto quello che c’è da sapere sullo show.