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Revenge, il commento al finale della 2^ stagione

Pubblicato il 21 agosto 2013 di emanuele.r

Vi abbiamo mostrato qualche giorno fa il teaser della nuova stagione di Revenge, che partirà a settembre. Facciamo allora il punto sulla 2^ stagione, da poco conclusa su FoxLife, della serie dal sapore soap targata ABC, stagione che ha confermato il valore della serie, la sua tenuta narrativa e tensione perversa in bilico sul guilty pleasure.
L’attacco della Initiative alla Grayson Global porta alla scoperta di alcune rivelazioni scottanti che coinvolgono coloro che stanno intorno a Emily: Declan che era dentro il palazzo durante l’attentato, Aiden arrestato, Nolan incastrato dall’ex-fidanzata e Jack, il cui piano di vendetta rischia di cozzare contro quello di Emily.

Un doppio finale dal titolo La verità, scritto dal creatore Mike Kelley, Michael Foley, Nikki Toscano e Mark B. Perry e diretto da Randy Zisk e J. Miller Tobin, che mantiene fede al suo titolo, ma anche alla tendenza della serie di riempire gli intrecci ispirati al Conte di Montecristo con colpi di scena stile soap che, con sapienza e ironia, funzionano.
Colpi di scena che portano a conclusione una seconda parte di stagione che si è concentrata sulla trama orizzontale e che quindi si è dimostrata molto più corposa della prima parte di stagione. Quindi va da sé che le 2 ore conclusive non hanno molto racconto o approfondimenti e si concentrano nel portare all’incandescenza tutte le linee narrative aperte nei precedenti episodi. Ed è qui che arrivano le verità del finale: l’Initiative non esiste ed è un complotto interno, di cui Conrad fa parte, per controllare economia ed elezioni, che infatti vince; Aiden viene arrestato e poi rilasciato; Declan muore e se Victoria non riesce a rivelarlo a Charlotte (sulla signora Grayson grave la maledizione di Jack, che la lascia in vita perché si merita “una vita lunga e dolorosa”), Jack vorrebbe vendicarsi su Conrad, uccidendolo durante i festeggiamenti. E’ qui che Emily rivela a Jack la più grande verità per lei: è Amanda Clarke.

Dopo due ore di blackout, omicidi, attentati ed esplosioni, è indicativo che Kelley scelga di chiudere su una questione intima e personale, a segnare la strada che al fondo dei colpi di scena c’è in Revenge. E ci riesce bene in questo finale, lasciando un dubbio sul prosieguo: Kelley infatti non sarà più showrunner, perché voleva adottare uno schema da rete via cavo di 13 episodi, per concentrare meglio il racconto. ABC ha rifiutato. Che ne sarà di Revenge? Non manca molto per saperlo.

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