Come Arrested Development, anche The Killing ha vissuto la grazia della resurrezione. Cancellata da AMC dopo la 2^ stagione, la rete via cavo ha fatto dietro front e anziché appoggiarsi a un originale danese, crea una 3^ stagione del tutto autonoma che per scrittura e regia si presenta come la migliore della serie.
E’ passato un anno dai fatti raccontati nella seconda stagione, e Sarah lavora sui traghetti. Holder la chiamerà per chiederle di aiutarlo a risolvere un caso che coinvolge un omicidio su cui la protagonista aveva lavorato anni prima. Il detective, infatti, nell’andare alla ricerca di una ragazza fuggita di casa scoprirà una serie di omicidi, che lo porteranno ad avere a che fare con un pericoloso serial killer e che spingeranno la protagonista ad intervenire.
Veena Sud crea una storyline se possibile ancora più complessa delle prime due stagioni, ma al contrario di quelle riesce a non perdersi in troppi rivoli e a creare un meccanismo thriller che sappia davvero affondare le unghie dentro i personaggi, l’ambiente, i sotto-testi sociali della città.
Usando come sfondo quello dei ragazzi vagabondi, della loro vita quotidiani, dello squallore morale e fisico a cui si sottopongono per sopravvivere, The Killing va ancora più a fondo nel tessuto della provincia americana rispetto agli intrecci politici che a tratti costeggiavano il già visto: con atmosfere più depresse (possibile?) e una Linden ancora più in difficoltà, la serie si avvicina sempre più al modello di Twin Peaks, ma con un’originalità e una forza narrativa proprie, con un intimismo toccante che non elude la suspense.
Rispetto alle lacune di scrittura, la 3^ stagione di The Killing ha sceneggiature forti, profonde, a tratti folgoranti e dà la possibilità ai registi di dare sfogo alle proprie sensibilità, arrivando al culmine con il 9° episodio, The Reckoning, diretto in modo meraviglioso da Jonathan Demme. E così facendo, sorprendendo gli scettici ed entusiasmando i fan, The Killing ha dato un vero e proprio senso al suo risorgere, aprendo più di una possibilità a una 4^ stagione. Che non si può che augurare a chiunque ami la tv.
Commentate la recensione e restate con Screenweek.