Anche Natalie Portman rientrerà presto nel folto gruppo di attori che ha deciso di passare dall’altro lato della macchina da presa. Interprete assolutamente poliedrica in grado di passare con disinvoltura dalle produzioni indie (Hesher) ai grandi blockbuster (Thor), dal dramma a tinte fosche (Il cigno nero, film che le è valso un Oscar) alla commedia romantica (Amici, amanti e…), la Portman sta infatti preparando il suo esordio da regista.
In realtà, l’attrice ha già diretto alcuni corti ma ora dovrebbe lanciarsi sulla lunga durata di un film vero e proprio. Il progetto in questione è A Tale Of Love And Darkness, adattamento per il grande schermo del romanzo autobiografico (pubblica in Italia sotto il titolo di Una storia di amore e di tenebra) dello scrittore, professore e giornalista israeliano Amos Oz. Il libro segue infatti la storia di Oz passando della sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda fino all’età adulta vissuta nella ben diversa Tel Aviv degli anni trenta, quaranta e cinquanta.
Film di cui in realtà si era iniziato nel lontano 2007 e di cui la Portman sarà anche interprete in un ruolo non ben precisato. La notizia arriva da Israel Hayom (via the Natalie Portman fansite) e sembra che l’attrice sbarcherà in Israele a settembre per iniziare a fare dei sopralluoghi e cercare le location adeguate. Inoltre, i rumor dicono che sia sempre la Natalie Portman ad aver firmato la sceneggiatura insieme ad altri due misteriosi autori; sceneggiatura che parrebbe esser stata approvata dallo stesso Oz dando così il via libera alla produzione. Trattasi ancora di voci, nessuna conferma ufficiale è stata rilasciata, ma sembrerebbe solo questione di tempo. Vi terremo aggiornati.
Di seguito la sinossi ufficiale del libro pubblicata su Amazon:
Amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un’autobiografia in forma di romanzo, un’opera letteraria che comprende le origini della famiglia di Oz, la storia della sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda, l’esistenza tragica dei suoi genitori, e una descrizione epica della Gerusalemme di quegli anni, di Tel Aviv che ne è il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo in 120 anni di storia familiare una saga che vede protagonisti quattro generazioni di sognatori, uomini d’affari falliti e poeti egocentrici, riformatori del mondo, impenitenti donnaioli e pecore nere.
Fonte: Indiewire