Al Scene Japan Expo si è tenuta la conferenza di Shoji Kawamori che ha prima ripercorso la sua vita e la sua carriera, e successivamente ha disegnato dal vivo un Valkyrie di Macross mentre rispondeva ad un Q&A con il pubblico. L’incontro è iniziato con un’immagine di Ulisse 31, una delle prime collaborazioni artistiche tra Francia e Giappone, risalente ad una trentina di anni fa. In questa serie Kawamori ha mosso i primi passi nel campo dell’animazione.
Da sempre attratto dai meccanismi, sin da piccolo il disegnatore seguiva con attenzione le missioni degli Apollo della Nasa. Già durante la sua carriera scolastica, Kawamori ha iniziato a lavorare agli anime robotici. Agli esordi si è occupato dei concept design di Transformers, ma il suo primo lavoro importante è stato Super Dimension Fortress Macross. In quell’occasione, pur essendo molto giovane, allora era appena 22enne, è stato coinvolto sia nel design che nella pianificazione dei personaggi e della storia. Sempre con Macross, per la precisione nel lungometraggio animato Macross: Do You Remember Love?, Kawamori ha ricevuto il suo primo incarico importante, quello di regista.
Per trovare ispirazione Kawamori ha girato per il mondo, sia paesi con elevata tecnologia come gli Stati Uniti, sia in paesi come l’India in cui prevale una componente più spirituale, e la Cina. Queste esperienze sono state poi utilizzate per la creazione di anime come Macross Plus e Arjuna. Nel caso di The Vision of Escaflowne, Kawamori si è ispirato all’Europa per la creazione degli scenari.
Per staccare un po’ dal lavoro di mecha designer, Kawamori ha partecipato al lungometraggio animato Spring and Caos, basato su una storia di Kenji Miyazawa, in cui i protagonisti hanno dei volti felini. Un’altra opera che si stacca dal resto della sua filmografia, Kawamori ha ricordato l’anime Animal Tantei Kiruminzoo, in cui delle piccole protagoniste amano travestirsi da animali.
La conversazione si è poi spostata su Macross Frontier, ovvero sulla realizzazione dei mecha e sull’importanza delle canzoni cantate da May’n, fulcro centrale dell’intera opera.
Mentre Kawamori ricordava il suo lavoro come designer di una delle versioni degli Aibo, i cani robotici giapponesi che molto spesso abbiamo visto in alcuni video su internet, l’artista ha notato come in Giappone ci sia la credenza che in ogni oggetto ci sia uno spirito, e di conseguenza anche nei robot. Questa idea è stata utilizzata per la serie animata di Genesis of Aquarion, di cui è stato l’ideatore. In Aquarion, Kawamori ha anche trattato il concetto della sincronizzazione/armonia che esiste tra i co-piloti dei robot.
Durante il suo intervento Kawamori ha passato il tempo a trasformare i modellini dei robot tratti dalle serie a cui ha lavorato, che si trovavano su un tavolino presente sul palco.